“La revoca dei 422 licenziamenti dei lavoratori della Gkn di Campi Bisanzio è un’ottima notizia che ridà speranza. Il Movimento 5 Stelle si schiera dalla parte dei lavoratori e contro ogni comportamento anti-sindacale. Già durante un incontro, lo scorso 15 settembre, fra Giuseppe Conte e i rappresentanti rsu dell’azienda avevamo criticato le modalità e le tempistiche con cui la multinazionale, controllata da un fondo d’investimento, aveva deciso di trasferire la produzione in Polonia dove il costo del lavoro è inferiore. La decisione dei giudici del lavoro contesta così il licenziamento collettivo adottato in modo unilaterale dalla multinazionale che si è limitata a informare i lavoratori della cessazione del rapporto di lavoro per messaggio. Confidiamo adesso nella mediazione del Mise e riponiamo fiducia nella possibilità di trovare un compromesso che salvi il maggior numero di posti di lavoro”, così Daniela Rondinelli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, in una nota.

“Questa vicenda non è un caso isolato e dimostra che le delocalizzazioni sono una vera e propria minaccia per la sopravvivenza dell’Unione europea stessa. Bisogna scoraggiarle approvando il prima possibile il salario minimo europeo e revocando i fondi pubblici a tutte le multinazionali che non rispettano i diritti dei lavoratori. L’Unione europea avrebbe inoltre bisogno di una normativa organica in tema di licenziamenti. La vicenda della GKN dimostra come non possiamo più agevolare dumping fiscale e salariale nel mercato interno. Le multinazionali per operare in Europa devono adottare una etica imprenditoriale che sappia coniugare la redditività degli azionisti con la tutela dei lavoratori e del territorio ove l’azienda opera”, conclude Rondinelli.

Sezione: Politica italiana / Data: Lun 20 settembre 2021 alle 13:40
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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