“Una donna in Italia viene uccisa ogni 3 giorni. Questo dato drammatico, pur non tra i peggiori se rapportato con quanto avviene nel resto d’Europa, ci allarma e deve spingere l’intero Sistema Paese - Governo, Parlamento, famiglie, istituti scolastici - ad agire. Perché questa è un’emergenza e come tale deve essere trattata. Ha ragione il Ministro Nordio quando sostiene che l’Occidente è vittima di una sedimentazione millenaria e genetica che vede una atavica prevalenza della cultura maschilista. Ma proprio prendendo atto di ciò, occorre agire. Il Governo, anche su questo ambito, sta lavorando con determinazione. Lo sta facendo con il disegno di legge in discussione al Senato (e già votato all’unanimità alla Camera) che va a potenziare strumenti deterrenti e sanzionatori, come braccialetto elettronico, ammonimento, divieto di avvicinamento, arresto in flagranza differita. Lo sta facendo altresì sul piano economico potenziando e rendendo strutturale il finanziamento dei centri anti violenza. Ma stiamo operando anche sul tassello mancante: il piano formativo e culturale”.

Così interviene sui suoi canali social il deputato di Forza Italia e sottosegretario di stato al MIT, Tullio Ferrante, sulla violenza sulle donne. “In questo ambito andrebbe tuttavia fatta una seria riflessione sull’introduzione, nelle nostre scuole, dell’educazione all’affettività ed alla sessualità, come elementi propedeutici per fornire una completa cultura del rispetto della libertà e della dignità altrui, a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale altrui. E’ sbagliato immaginare i nostri adolescenti estranei ed indifferenti alla sfera sessuale ed affettiva. I tempi sono cambiati – continua l’esponente azzurro - con l’avvento dei social, il bombardamento della rete virtuale e delle serie TV, oggi i nostri ragazzi vivono una dimensione individuale e sociale diversa da quella che abbiamo vissuto noi o nostri ascendenti. Ritengo importante che si apra una riflessione aperta e non pregiudiziale su questo ambito. Su come, in sinergia con la prima fonte educativa che è e resta la famiglia, fornire ai nostri giovani strumenti e conoscenze; compito che altrimenti irresponsabilmente delegheremmo all’oscuro mondo del Web con i rischi, le lacune, i cattivi esempi che ciò si porta dietro. Dal dramma della violenza di genere si esce se lo sforzo è collettivo e sinergico. Lo Stato – conclude Ferrante - non deve porsi come “etico”, non deve imporre visioni ideologiche o culturali, ma creare le condizioni in cui ciascuno, a prescindere dal proprio genere sessuale, possa sentirsi al sicuro, libero, autonomo nella società italiana. Possa sentirsi, in altre parole, rispettato nella sua libertà di vivere".

Sezione: Politica italiana / Data: Lun 20 novembre 2023 alle 20:50
Autore: Redazione PN
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