Nicola Fratoianni, deputato Sinistra Italiana, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini

Il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni è intervenuto a Tmw Radio. Queste le sue parole.

Cosa può fare la politica per lo sport?

"Lo sport è una dimensione larga e complessa. La Serie A occupa una bella fetta d'attenzione, ma quando si parla di calcio si intende anche un'attività di base importantissima, le 70mila scuole calcio che oggi sono ferme. C'è un piano che riguarda la costruzione di politiche che favoriscano la diffusione dell'attività sportiva, e su questo piano, così come altri dei cittadini, è giusto che la politica dica la sua. Deve esserci autonomia del mondo sportivo, ed è evidente, ma in momenti come queste le strade si incrociano in maniera significativa. Quando parliamo di cose che riguardano milioni di persone e l'aspetto economico, è inevitabile che ci sia una relazione".

Che ne pensa della Cassa integrazione per gli sportivi fino a 50mila euro?

"Non credo sia un privilegio: quando abbiamo a che fare con lavoratori e lavoratrici, e con certe soglie che non indicano stipendi da ricconi, è giusto usare strumenti per intervenire a tutela di un reddito per persone che rischiano di non vederlo. Non credo sia un errore, ma che sia giusto. Sono tra coloro che ritenevano non fosse saggio eliminare l'IRAP per imprese fino a 250 milioni di euro di fatturato: i soldi non si trovano sugli alberi ed è necessario avere priorità, queste devono includere le botteghe e le tante piccolissime imprese che un fatturato così se lo sognano. Serve razionalità e buonsenso sulle risorse complessive".

A settembre uniremo ritorno in classe e all'attività di base per i bambini?

"Me lo auguro moltissimo. In sicurezza, ma è fondamentale tornare nelle classi: la scuola a distanza non è in grado di sostituire quella in presenza, che non è solamente apprendimento di nozioni, ma socialità e cooperazione. Lo stesso vale per lo sport di base, che è molto indietro. Sulla ripartenza che si immagina è necessario ragionare molto: uscire dalla crisi non significa tornare alla normalità, questa prima era parte del problema. Cogliamo questa drammatica occasione per immaginarsi un salto di qualità, anche su questo fronte".

Ci sarebbero interventi imminenti da fare anche nel calcio. Cosa manca a livello normativo per lo sport?

"Rispetto alla possibilità che la riapertura duri nel tempo, per sport e tutto il resto c'è da fare i conti con il piano sanitario. Noi speriamo che la discesa continui stabilmente e che non si sia costretti a degli stop and go sul piano sanitario. Oggi è necessario concentrarsi su quella dimensione dello sport che ha maggior fragilità sul piano economico e finanziario. Guardare cosa succede in basso piuttosto che nelle fasce apicali, come accade invece quando si discute della ripartenza del campionato. Uno di questi interventi è la Legge Giorgetti: ero all'opposizione ma ci vedevo più di una cosa sensata. Ma anche lo sviluppo del femminile, lo status di professionismo... La prima cosa però è guardare alla dimensione dello sport di base, la cosa più importante su cui investire: altrimenti avere nuovi campioni e campionesse diventerebbe complicato".

Ci sono investitori, si veda Commisso alla Fiorentina, che vorrebbero spendere, specie per le strutture, ma non riescono. Ritiene che debbano essere agevolati?

"Quando c'è la disponibilità ad un investimento efficiente, si deve fare quanto possibile per facilitarlo. Sapendo che si parla sempre di strutture che devono mantenere una vocazione pubblica e capacità di programmare il proprio uso all'interno del territorio: i nuovi stadi per esempio non sono a bassissimo impatto ambientale... C'è da costruire un'interlocuzione che, sulla base di parametri pubblici, metta in condizione chi vuole fare investimenti di costruire un qualcosa che abbia ricadute anche sull'interesse generale".

Abbiamo il giusto Governo e l'opposizione ideale?

"Non so se disponiamo di ciò che sia all'altezza di un compito che farebbe tremare chiunque. In questo periodo non ho invidiato neanche per un attimo chi doveva decidere su questa vicenda, anche se questo non significa pensare che ogni scelta sia stata la migliore. Anzi, quando ho potuto ho detto la mia, sempre con enorme rispetto. Quello di cui avremmo maggior bisogno, e che ancora non vedo a sufficienza, è di uno sforzo che oltre alla tenuta sull'onda d'urto di oggi, ragioni anche sulla costruzione del domani. Le città non possono ricominciare con trasporti pubblici inadeguati, spesso non c'è la possibilità di andare a lavoro nei modi e negli orari più adeguati. Sull'insieme di questioni, e vale per la scuola in cui servirebbero più insegnanti di quanti ne abbiamo e classi con meno bambini, ci vuole una capacità di immaginazione e il coraggio di fare qualcosa di grande. Ma questa è una questione politica per il paese, non di singoli uomini o donne. Quanto all'opposizione, a me non pare proprio che si sia rivelata all'altezza di questa fase. Non perché critichi o controlli, la sua funzione, ma perché ha usato certi toni, è passata da voler aprire tutto a volerlo chiudere il giorno dopo, ha esaltato modelli sanitari discutibili... Penso per esempio che in Lombardia ci siano tante eccellenze, ma credo che quel sistema fondato su larghe fette di sanità privatizzate e smantellamento del pubblico sul territorio, non sia tale. Su questo la destra italiana non ha svolto il ruolo che le compete".

Pensando a Silvia Romano, verrebbe da dire che anche nel calcio servirebbe togliersi certi retaggi di razzismo e gesti simili. Servirebbe più fermezza per quanto succede dentro gli stadi?

"Sì, inaccettabile che siano considerate zone franche. Sono luoghi che parlano a tutto il paese, a tutto il mondo. Ma anche nei tanti campetti di periferia vediamo spesso episodi di poca cultura e razzismo, e su questo ci vuole fermezza. Certi comportamenti sono anch'essi un virus, e vanno a colpire profondamente le vene del paese e della società. Il rapporto con la cultura è importante, altrimenti rischiamo un imbarbarimento complessivo. Quello che abbiamo visto per Silvia Aisha Romano è impressionante: invece che con gioia, è stata accolta in un certo modo. Anche per parole irresponsabili di una parte politica, che diventano uno strumento di libertà totale e fanno credere a chiunque di poter dire anche di peggio dietro una tastiera".

Sezione: Politica italiana / Data: Mer 20 maggio 2020 alle 23:00
Autore: Luca Cavallero
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