"Di certo il mio invito a Meloni a definirsi antifascista non è stato accolto alla lettera: nel lessico, non cita l’antifascismo. Ma è stato accolto nella sostanza, nei valori richiamati e nei riferimenti alla destra del dopoguerra. Al riguardo non avevo, per la considerazione che ho del presidente del Consiglio, alcun dubbio".

Così, oggi sul Corriere della Sera, il fondatore di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini.

"Meloni ha scritto anche che “i costituenti affidarono alla forza della democrazia il compito di includere anche chi aveva combattuto tra gli sconfitti”. E ha fatto un inedito, per la destra, quanto esplicito riferimento all’amnistia firmata da Togliatti. È un concetto importante perché sottolinea l’auspicio che la celebrazione del 25 aprile non sia più strumentalmente utilizzata per stilare la lista “dei buoni e dei cattivi”, non già, come è giusto, in ragione del giudizio sul fascismo e sulla Resistenza, bensì in ragione della contrapposizione politica tra destra e sinistra" ha spiegato Fini, che poi ha aggiunto: "Spero che si ricredano quelli che a destra, non molti in verità, hanno visto nelle mie parole la volontà di mettere in difficoltà Giorgia Meloni. E che si ricredano i pochi che hanno pensato che avessi chissà quali obiettivi reconditi. Non aspiro a nulla. Intendevo solo contribuire, in forza del ruolo che ho avuto nel passato, a fare chiarezza sul rapporto attuale della destra, Fratelli d’Italia, con la Liberazione. Meloni ha dato una risposta inequivocabile, ne sono lieto".

Sezione: Politica italiana / Data: Mer 26 aprile 2023 alle 11:00
Autore: Simone Gioia
vedi letture
Print