Mario Adinolfi, capolista al Senato di Alternativa per l’Italia (APLI) nel Lazio e in Abruzzo, contesta l’ultimo intervento dell’Agcom: “Esaminando la puntata della trasmissione di Marco Damilano con Bernard Henry Levy, si sono accorti che in Rai viene violata la par condicio. Scopriamo dunque che l’Agcom è gestita da comici, la battuta è straordinaria. È dal 3 agosto, data in cui l’Agcom ha varato il regolamento 299 attuativo della legge sulla par condicio per questa campagna elettorale, che la normativa viene clamorosamente violata tutti i giorni, tutte le settimane. E se ne accorgono il giorno prima della fine della campagna elettorale? Se il richiamo al riequilibrio degli spazi di accesso fosse serio, Alternativa per l’Italia dovrebbe andare in onda ininterrottamente a reti unificate fino alla mezzanotte del 23 settembre e comunque non avrebbe così lo stesso spazio goduto in queste settimane da partiti con esponenti di governo che il 25 settembre scopriremo godere di un consenso inferiore al nostro. Il professore Lasorella, presidente dell’Agcom, ha distolto lo sguardo da ogni stortura limitandosi con il consiglio a interventi generici non cogenti. Davanti alle nostre proteste ha fatto quello che i suoi danti causa, che non a caso sono i partiti rappresentati in Parlamento, gli hanno detto di fare: ignorare.

Tanto Cairo, Berlusconi e il servizio pubblico radiotelevisivo non temono le sanzioni. Le pagheranno, semmai saranno comminate. Ma resta che hanno infranto la legge, che l’Agcom se n’è fregata, che i partiti di regime ne hanno approfittato e i partiti come Alternativa per l’Italia hanno subito un’ingiustizia. Che non sarà mai risarcita. Lo faranno gli italiani, votandoci in massa domenica anche come compensazione per gli spazi democratici compressi che i partiti prepotenti ci hanno invaso e alla fine persino sottratto”.

Sezione: Politica italiana / Data: Gio 22 settembre 2022 alle 17:20
Autore: Redazione PN
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