"Ha buttato via 15 giorni, facendo un errore enorme, con una caccia ai voti degradante e, per giunta, fallita. Si è delegittimato agli occhi dell’opinione pubblica, le sue ragioni non sono emerse, perché l’aritmetica non è mai politica".

Così, in un’intervista a La Stampa, il senatore Pier Ferdinando Casini sulla crisi di governo.

"Se riceverà l’incarico dal presidente della Repubblica, si adoperi per recuperare il rapporto con Renzi, che è poi l’unico modo per allargare decorosamente la maggioranza. Bisogna superare i personalismi nell’interesse nazionale. Andreotti e Fanfani si odiavano, hanno litigato per una vita. Craxi e De Mita certo non si amavano, eppure hanno fatto governi insieme. E poi il ritorno da Renzi per Conte è l’unica strada percorribile – aggiunge. Le elezioni non le può ottenere, non sono una scappatoia automatica, è bene che il premier lo abbia chiaro. Certo, una volta che la crisi arriva al Quirinale diventano una possibilità concreta, non sono più un’arma poco contundente per spaventare i responsabili. Ma in Parlamento quasi nessuno le vuole. Se Conte si fa da parte, arriverà un altro al suo posto. Nella mia lunga esperienza politica ho imparato che nessuno è insostituibile e non esistono salvatori della patria: dopo Conte non c’è certo il diluvio – prosegue. Non faccio previsioni, ma dico che non è una crisi difficile da risolvere, Conte ne ha superata una più complicata dopo la rottura con Salvini. Il fatto che, finalmente, sia stata formalizzata, è positivo: obbliga tutti a smettere di giocare. Conte deve parlare di numeri certi e non di ipotesi, Renzi deve far capire cosa vuole davvero. Ognuno si deve assumere le sue responsabilità – conclude.

Sezione: Politica italiana / Data: Mer 27 gennaio 2021 alle 10:00
Autore: Simone Gioia
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