Sandro Veronesi, Luigi Manconi e Roberto Saviano digiunano contro "la paralisi" degli interventi sul carcere e Walter Verini, responsabile Giustizia e tesoriere del PD, commenta in un'intervista a La Repubblica: "Il senso civile dell'appello va condiviso, ma non è giusto dire che c'è stata e c'è paralisi. Al tempo stesso sono convinto che questo stimolo vada raccolto adeguandolo alla realtà. Nell'affrontare la questione si poteva davvero fare di più e meglio - aggiunge - ma non siamo a febbraio quando c'erano oltre 62mila detenuti che oggi sono 9mila di meno. Grazie a misure del governo che il Pd vuole migliorare, come fa in Senato con gli emendamenti al decreto Ristori". Si pensa a "domiciliari senza braccialetto a chi deve scontare solo 12 mesi e ha tenuto una buona condotta. Aumento di 30 giorni rispetto ai 45 attuali ogni sei mesi a chi ha seguito percorsi rieducativi. E alla Camera, nella legge di bilancio, abbiamo proposto di dare un'accoglienza domiciliare a chi potrebbe uscire ma non ce l'ha.

Ci sono 2000 detenuti col Covid nelle carceri, la situazione preoccupa, ma è monitorata e al momento sotto controllo. Come maggioranza, riprenderemo presto il cammino della riforma dell'ordinamento penitenziario del Guardasigilli Orlando che il governo gialloverde aveva affossato - sottolinea - senza contare che i fondi del Recovery saranno usati per rendere le carceri più umane. Da escludere al momento indulto e amnistia, non ci sono le condizioni politiche e i numeri per raggiungere i due terzi del Parlamento. Sarebbe consigliabile non alimentare tra le persone detenute speranze illusorie e che potrebbero creare ulteriori tensioni. Quando sarà possibile ragionare su questa ipotesi ci dovranno essere le circostanze per accogliere i detenuti da reinserire con un lavoro, una casa e le necessarie relazioni sociali. E oggi, purtroppo, tutto questo non lo vedo".

Sezione: Politica italiana / Data: Lun 30 novembre 2020 alle 12:50 / Fonte: Ansa
Autore: Roberto Tortora
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