"Oggi, molte regioni e comunità, hanno smesso di ricordare un tempo in cui vivevano in pace e sicurezza. Altre hanno bruscamente scoperto la fragilità di una pacifica convivenza che appariva quasi scontata, a causa di conflitti razziali, fra gruppi politici, fra interessi contrastanti. La dottrina sociale non solo promuove il rifiuto della guerra e l'attuazione del disarmo; ci ricorda che non c’è pace senza sviluppo, non c’è pace senza perdono, non c’è pace senza giustizia, non c’è pace senza amicizia sociale, non c'è pace senza prendersi cura della dignità e del bene di tutti" ha dichiarato Erminio Brambilla, Presidente del Partito Unione Cattolica, il quale ha aggiunto: "Venendo, invece, alla dimensione della risoluzione pacifica dei conflitti, la riflessione sul rapporto tra dialogo e pace ha inevitabilmente riguardato anche il piano pratico, ossia le vie attraverso cui immaginare e realizzare percorsi di mitigazione, risoluzione e ricomposizione. Tre sono gli ambiti ormai canonicamente riconosciuti in questo campo e che interrogano direttamente il principio del dialogo in rapporto alla pace. Innanzitutto, si ha la dimensione del cosiddetto track-one, ossia dell’impegno delle diplomazie tradizionali e degli Stati che si dedicano in vario modo alla creazione di tavoli negoziali volti alla risoluzione dei conflitti. Si pone, poi, l’attenzione su un secondo possibile ambito di azione, ossia track-two, in cui entra in gioco la diplomazia non-ufficiale allo scopo di avviare processi di costruzione di mutuo riconoscimento e fiducia capaci di aprire a scenari di pacificazione e negoziato  Infine, più recentemente, l’esercizio del dialogo si è aperto al coinvolgimento di movimenti di base e organizzazioni dedite a progetti di sviluppo e assistenza delineando così un ulteriore livello, quello track-three, che combinato al precedente possa rafforzare la promozione di processi positivi di ricomposizione e condivisione. 

Ricorda il Magistero della Chiesa cattolica che la pace deve essere raggiunta “non con il ricorso alla forza, con la frode o con l’inganno", ma, come si addice agli esseri umani, con la reciproca comprensione, attraverso valutazioni serenamente obiettive e l’equa composizione” (Pacem in terris, 1963, 51). Papa Francesco afferma che quando i conflitti non si risolvono ma si nascondono e si seppelliscono nel passato,ci sono silenzi che possono significare rendersi complici di gravi errori e peccati.La vera riconciliazione, non rifugge dal conflitto, ma si ottiene nel conflitto,superandolo attraverso il  dialogo e la trattativa trasparente, sincera e paziente". 

Sezione: Politica italiana / Data: Mer 10 agosto 2022 alle 16:20
Autore: Redazione PN
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