“Non si può fare come i gamberi.
Non si può avere la memoria così corta. Non si può ignorare che il tavolo interistituzionale con Tap e Snam sulle compensazioni per il Salento a Palazzo Chigi io come Viceministra allo Sviluppo economico nei Governi Renzi e Gentiloni e l’allora Ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti lo avevamo aperto e l’accordo era stato raggiunto. E’ tutto scritto, tutto documentato. C’è anche una data: 8 novembre 2017. Si è perduto tempo preziosissimo, e questo solo per un populismo politico e istituzionale devastante. Adesso che la strategicità di quell’opera è sotto gli occhi di tutti, chi di dovere riapra il confronto con Tap e con Snam e faccia valere le ragioni del territorio, come avevamo fatto noi all’epoca”.

Così Teresa Bellanova, Viceministra delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, candidata per il Terzo Polo al Senato, liste plurinominali, in Puglia come capolista e in Sicilia Collegio 1.

“Era stato definito un pacchetto rilevante”, prosegue Bellanova, “che a parere mio e di De Vincenti rappresentava il primo momento di un confronto che poi il territorio avrebbe dovuto e potuto proseguire. 55 milioni di euro per realizzare un centro di eccellenza mondiale sulla decarbonizzazione con il supporto della Commissione europea e di aziende leader globali nella green economy, interventi per la tutela ambientale e la ricerca sull’emergenza xylella, infrastrutture per la mobilità sostenibile e ciclabilità, formazione d’eccellenza, efficientamento energetico.
Mentre andavano in scena accuse violentissime e venivamo tacciati di essere al soldo delle peggiori lobby, quel Tavolo e quel confronto che avevano come unico obiettivo l’interesse territoriale sono stati vanificati per precise responsabilità politiche e istituzionali: la formazione del Governo Conte-Salvini; l’arroganza e la precisa posizione ideologica dell’allora Ministro Di Maio nemico giurato di Tap come tutti i 5Stelle e deciso a bloccarne con la collega Barbara Lezzi la realizzazione un volta al Governo; la complicità politica e istituzionale del Presidente Emiliano e di parte del Pd; la contrarietà di buona parte della rappresentanza politica territoriale e infine anche l’assist di una personalità come Massimo D’Alema che con tanto di firma avallava il referendum per bloccare l’opera”.

E infine: “Vale la pena ricordare”, conclude Bellanova, “che la cifra concordata dopo pochi mesi fu derubricata dallo stesso Conte a 30milioni per un fantomatico pacchetto mai illustrato. In una interrogazione chiesi a Conte perché 30 e non 55 e se la differenza che a quel punto ritornava nella disponibilità di Tap fosse stata oggetto di una trattativa ombra. Inutile dire che non ho mai ricevuto risposta. Se non l’unica che è sotto gli occhi di tutti: 55milioni di euro vanificati e 5 anni colpevolmente persi”. 

Sezione: Politica italiana / Data: Sab 03 settembre 2022 alle 20:45
Autore: Redazione PN
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