“Si può odiare o amare Matteo Renzi. Si può esserne amici o nemici. Ma un dato è evidente. Quanto ci consegna con quest’ultimo lavoro è tema che non si può eludere: il nesso tra verità e politica.

Beninteso Renzi non difende una “sua” verità bensì invita a una riflessione pacata, non rancorosa, su dati di fatto e sui danni prodotti, in questo paese, dell’intreccio perverso tra populismo, ideologia, giustizialismo.

Direi che tutte le emergenze irrisolte con cui continuiamo a fare i conti in modo drammatico, dal lavoro all’energia dalla produttività all’ambiente, restano tali per il paradosso tutto italiano di privilegiare la piccola polemica partitica rispetto alla politica, generando veti incrociati, paralisi, inefficienze.

Ci si potrebbe chiedere quanto prodotto interno lordo, quanto posizionamento internazionale, quanto futuro è stato bruciato da questo gioco a somma zero. Dallo Sblocca Italia al Tap, dall’Ilva alla xylella, giusto per fare pochi esempi, qualcuno aveva visto lungo mentre andavano in onda a reti unificate insulti, falsità, accuse violente, chiacchiere.

Giova ricordare che se oggi ci si dibatte ancora in una palude istituzionale e ancora una volta si “chiacchiera” di una nuova legge elettorale lo si deve alla sconfitta in un referendum contro il quale si è coagulata una miscela di demagogia e conservazione. La stessa che, puntuale, rischia di ricomporsi ogni qualvolta si renda necessario tenere l’Italia fuori dai processi concreti che ne determinerebbero ruolo e leadership.

Immaginiamo se in questo scenario drammatico avessimo un governo antiatlantico e filo putiniano. Con qualche ragione di orgoglio possiamo dire che qualcuno ha evitato tutto questo”.

Sezione: Politica italiana / Data: Mar 17 maggio 2022 alle 20:30
Autore: Redazione PN
vedi letture
Print