“Credo che queste inchieste mettano in discussione il sistema elettorale delle preferenze. E penso che l'Italia sia matura per una riflessione su questo». Così Mauro D'Attis, vicepresidente della Commissione antimafia, in una intervista al QN spiega come le inchieste di Bari, Torino e Catania sul voto di scambio politico mafioso abbiano messo in luce una debolezza del sistema. “Le preferenze sono un bene dal punto di vista della democrazia perché danno al popolo la possibilità di scelta, ma in molti casi possono rappresentare una potenziale distorsione. La ricerca del voto sfrenata senza limiti è pericolosa”.

Su eventuali controlli l’esponente azzurro sottolinea: “Funzionano, ma devono essere aumentati. Vedere anche quello che fanno altri paesi europei nelle scelte dei candidati, dando spazio alle decisioni dei leader e dei partiti, ma anche quando si elegge un sindaco e, insieme, una lista collegata, oppure in base a elenchi presentati dai partiti, va guardato con maggiore attenzione”. E sulle intercettazioni D’Attis conclude: “Penso che mentre stiamo lavorando su quelle telefoniche le mafie stanno lavorando su altri canali di comunicazione. Come le piattaforme informatiche digitali internazionali. Rischiamo di parlare di un sistema operativo mentre in commercio c'è già quello avanzato”.

Sezione: Politica italiana / Data: Gio 18 aprile 2024 alle 09:30
Autore: Redazione Milano
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