“La risposta al divieto europeo al motore endotermico deve partire dai territori, perché qui si rischiano impatti sociali, occupazionali e di know-how che saranno un punto di non ritorno per la nostra industria. Le varie considerazioni espresse dai portatori di interesse mostrano una preoccupazione comune: se sono condivisi gli obiettivi della decarbonizzazione, diverso è l’approccio con il quale giungerci. Il costo sociale, industriale e occupazionale per il comparto automotive, eccellenza nel bresciano e in Lombardia, rischia di essere molto alto se non gestito con oculatezza ma in modo ideologico. Siamo di fronte a un’importante transizione industriale che impatterà da vicino il nostro territorio e tutte le filiere presenti nella provincia di Brescia, non possiamo permettere che per colpa delle scelte ideologiche di Bruxelles tocchi al nostro territorio pagare il conto più alto. Terminare oggi il motore endotermico in Europa significa abbracciare la Cina, la sua produzione di veicoli elettrici, il suo quasi monopolio sulle batterie e le materie critiche e le terre rare: un prezzo che non possiamo pagare, e per il quale il Governo italiano ha giustamente opposto delle critiche, anche condivise da altri stati europei. L’impegno del Governo e di noi europarlamentari della Lega è di mantenere alta la guardia opponendoci a chi vuole smantellare la filiera italiana dell’automotive, determinante per la capacità industriale e la competitività dell’Italia e dell’Europa”.


Così in una nota Danilo Oscar Lancini, europarlamentare della Lega, a margine del convegno “Stop auto dal 2035 - Euromattanza per l’Italia” svoltosi a Brescia, in cui si sono confrontati politica, imprese, associazioni di categoria, giornalismo e addetti del settore.

Sezione: Politica italiana / Data: Ven 24 marzo 2023 alle 17:50
Autore: Redazione PN
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