“Secondo me è una posizione molto giusta e condivisibile”. Lo ha detto a Sky TG24 Francesco Acquaroli, Presidente Regione Marche, ospite di ‘Start’ commentando le parole rilasciate dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini che ieri, in particolare sul Pnrr, ha richiesto che i sindacati siano coinvolti nelle decisioni, di poter partecipare e non solo essere informati su ciò che il Governo ha già deciso.

“Credo - ha aggiunto Acquaroli - che il Governo e la maggioranza debbano avere delle idee di fondo, che però devono essere condivise con le parti sociali, e, aggiungo io, anche con le Regioni, con la filiera istituzionale. Stiamo attraversando una fase epocale, difficile, usciamo da una pandemia, e nelle Marche usciamo anche da una crisi sismica che ha portato ad un impatto importantissimo sul nostro territorio. E’ chiaro che la possibilità, la capacità di raggiungere una concertazione rappresenta qualcosa di importante, perché l’utilizzo dei soldi del recovery, come indirizzarli, su quali progetti, in quali misure, credo che possa essere un valore aggiunto. Se il Governo vorrà veramente un confronto aperto dovrà chiamarci e coinvolgerci realmente, ma se questo non avverrà significherà comunque una perdita di un’opportunità perché credo che le Regioni, singolarmente e in maniera congiunta anche per macroaree, possano rappresentare e dare un contributo importante, rappresentare delle soluzioni e non un ostacolo alla crescita del nostro Paese”.

“Perché poi - ha concluso - la competitività dell’Italia dipende da quanto noi riusciamo a rendere realmente competitivi tutti i territori che hanno una vocazione diversa, e questa vocazione da chi può essere meglio rappresentata se non dai corpi sociali, dai corpi intermedi e dalle autonomie locali, e quindi Regioni e Comuni anche quando possiamo parlare di aree metropolitane. Credo che questa filiera istituzionale debba funzionare, debba essere un punto di riferimento e non solo raccontata”.

“La volontarietà è un elemento importante, che condivido. L'obbligo vaccinale, secondo me, è un elemento che in questa fase non andrei a considerare: credo che la volontarietà sia la scelta giusta, ma deve essere una volontarietà vera”. Così a Sky TG24 Francesco Acquaroli, Presidente Regione Marche, ospite di ‘Start’.

“Però - ha ribadito - ho sempre detto che sono favorevole alla vaccinazione, ed io stesso mi sono vaccinato, ma la volontarietà deve essere  vera e non, in qualche maniera, condizionata da una serie di iniziative che rendono impossibile la vita a chi non si vaccina”. “In maniera particolare - ha proseguito - penso, e sono tanti i casi, di genitori vaccinati che però non hanno vaccinato i figli minorenni ai quali è preclusa la possibilità di andare fare attività sociali, di natura sportiva. Questo mi dispiace perché si rischia di creare  una discriminante proprio nei confronti di una fascia giovane e molto  giovane, che sono comunque delle fasce deboli, ragazzi che si stanno formando, e che rischiano, rispetto ai loro coetanei, di essere preclusi o penalizzati”.

“Questo - ha concluso Acquaroli - a me dispiace moltissimo, perché loro rappresentano le nuove e future generazioni. Credo che vadano tutelati e vada garantita loro la possibilità di essere inseriti in tutti i meccanismi sociali, sportivi e associativi. In questo senso si poteva fare uno sforzo anche per garantire un contributo per poter ottenere il Green pass con dei tamponi calmierati o comunque gratuiti”.

“Poderoso tagliando per il centrodestra dopo le amministrative? Il centrodestra sta amministrando su tantissime città e Regioni, e spero e credo che sia anche molto apprezzata l'opera di governo in tanti luoghi. Vorrei che  fossero giudicati i risultati laddove il centrodestra amministra e non i sondaggi ad una settimana dalle elezioni che, molto spesso, sono relativi”. Lo ha detto a Sky TG24 Francesco Acquaroli, Presidente Regione Marche, ospite di ‘Start’ rispondendo a una domanda sulla salute del centrodestra e sulle elezioni amministrative.    

“Credo che la vera discriminante di queste amministrative - ha aggiunto - sia l'adesione al voto, la partecipazione al voto da parte dei cittadini, e penso che questo non sia un problema solo del  centrodestra ma di tutte le forze politiche, perché l'adesione al  voto molto spesso può essere l'elemento discriminante anche sul  risultato finale. Sotto questo punto di vista tutti noi dovremmo porci un interrogativo, perché quando si prevede una partecipazione non altissima o addirittura bassa alle elezioni del prossimo fine settimana, significa un qualcosa che deve far riflettere tutte le forze politiche".   

“Il problema reale - ha concluso - è che chi  vince con il 50% della metà, significa che vince o perde le elezioni con una percentuale reale degli aventi diritto che varia tra il 25-26%. E addirittura, andando al ballottaggio, significa che a scegliere il governo di alcune realtà potrà essere il 17-20% degli aventi diritto: è una percentuale molto bassa che ci deve far riflettere”.

Sezione: Politica italiana / Data: Lun 27 settembre 2021 alle 18:10
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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