“L’economia europea è in ripresa molto più velocemente di quanto previsto in precedenza, per questo recentemente abbiamo rivisto le nostre stime. Quest’anno crediamo che possa raggiungere il 4.8% o 5%, mentre il prossimo anno il 4.5%, che è un positivo. La cosa più importante è concentrarsi sull’implementazione e sull’utilizzo corretto dei fondi europei. Penso ci siano ancora dei rischi se si parla di quarta ondata, ma ora siamo ben preparati per quanto riguarda i vaccini e la loro distribuzione. Ma è anche necessario, sia in Europa che altrove, convincere le persone che sono ancora riluttanti a farsi vaccinare. È importante spingere e promuovere le vaccinazioni , perché sono essenziali anche per la ripresa economica”. Lo ha detto a Sky TG24 Economia il commissario Ue al Bilancio, Johannes Hahn.

L’impatto del Recovery Fund “si vede prima di tutto con lo stanziamento di fondi. Nel business è molto importante anche l’aspetto psicologico , quindi il fatto che riusciamo a fornire, in breve tempo, questa enorme somma di denaro, aiutando gli Stati membri non solo per la loro ripresa ma anche per essere più resilienti. Questo rappresenta già un messaggio non solo per le persone ma anche per gli investitori. il calcolo presentato dei ricercatori è che Next Generation EU darà un contributo agli obiettivi del Pil dal 2 al 3% . La cosa più importante è vedere quanti posti di lavoro si potranno creare e quanto questo sarà sostenibile. Come diceva Winston Churchill: ‘mai sprecare una buona crisi’. Dobbiamo utilizzare i fondi ora disponibili per il Green Deal, per la digitalizzazione, per rendere la nostra economia più resiliente e più competitiva. Così a Sky TG24 Economia il commissario Ue al Bilancio, Johannes Hahn.

“Questo provvedimento – ha aggiunto - è la risposta a eventi senza precedenti, la pandemia. Abbiamo trovato una soluzione legislativa per creare il Next Generation EU. Parte di questa soluzione è che ci sia un inizio chiaro ma anche un termine chiaro, vale a dire il 2058, quando dovremo ripagare i debiti e inizieremo a farlo utilizzando le cosiddette ‘nuove risorse proprie’, così da avviare la restituzione”.

Sulla possibilità di tagliare il debito europeo nei prossimi anni “penso ci siano dibattiti anche da parte degli investitori su queste nostre possibili mosse, ma lo ritengo prematuro al momento. Prima di tutto ora dobbiamo rispettare quanto concordato, quanto stabilito come Next Generation EU e se lavoriamo tutti insieme in maniera proficua e se le persone in tutta Europa riescono a vedere che l’economia europea è più forte che mai, più competitiva, che si hanno più pionieri dal lato industriale su scala globale, allora si innescheranno ispirazioni e idee su come questo potrà essere trasformato in futuro”. 

“Già prima della pandemia c’era la decisione di esaminare la futura struttura del Patto di crescita e stabilità. E penso che il nome sia stato scelto molto bene, perché si parla di Crescita e Stabilità. L’ordine delle parole ha la sua importanza, perché prima si raggiunge la crescita e poi arriva la stabilità. Dobbiamo tenere a mente questo concetto e la domanda che dobbiamo porci è come possiamo implementarlo una volta modificato. Avremo sicuramente delle discussioni al riguardo perché l’attuale Patto di crescita e stabilità è stato sospeso fino al 2022, ma allo stesso tempo dobbiamo pensare a cosa verrà dopo”. 

“Dobbiamo capire – ha detto -, se si guarda agli ultimi 20 anni , dalla scorsa crisi economica , che quegli stati membri che sono stati in grado di ridurre il proprio debito nazionale, hanno avuto nella crisi maggiori armi finanziarie degli altri. Questo spiega perché abbiamo creato, e devo ammetterlo sono stato molto impegnato in questa cosa, questo concetto di “resilienza” per cui si parla semplicemente di una ripresa dell’economia al livello pre-pandemia, ma di usare questa crisi, questa opportunità per cui ora che abbiamo molti soldi disponibili, per creare maggiore resilienza e attrezzare la nostra economia per affrontare in modo migliore le crisi future. Per cui credo, in sostanza, che dobbiamo tornare agli obiettivi e alla stabilità, ma la domanda è come ciò dovrà essere in futuro e il mio punto di vista personale è che, certamente, questa necessità non va messa in dubbio ma abbiamo bisogno di un approccio economico più realistico da parte di ciascun paese. Dire all’Italia che ogni anno dovrebbe calare il debito del 60 % non sarebbe molto realistico nel breve o medio periodo. Tuttavia credo che il bisogno generale di ridurre il debito non dovrebbe essere messo in dubbio o contestato. E per questo credo che per ogni paese ci sia bisogno di soluzioni, ma i target generali non dovrebbero essere messi in discussione”.

“Credo che adesso dobbiamo davvero concentrarci, come ha detto il primo ministro Draghi, sull’implementazione. E’ veramente cruciale in questo momento riuscire e dimostrare che tutti gli stati membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, sono in grado di usare questi soldi ora che sono disponibili. Se riusciamo a dimostrare ciò allora possiamo passare al livello successivo, e parlare di come organizzare tutte le risorse in futuro e quale sia davvero il risultato di questo valore aggiunto dell’Europa occidentale. Se riusciamo a dimostrare ciò, credo che saremo in una posizione differente per le future negoziazioni e discussioni, ma prima di tutto dobbiamo ottenere risultati”. Lo ha detto a Sky TG24 Economia il commissario Ue al Bilancio, Johannes Hahn.

“Mi devo congratulare: questo che l’Italia ha presentato è un piano molto articolato di investimento e credo che anche l’idea del controllo finanziario della presidenza del Consiglio dei Ministri per consegnare questo piano sia davvero importante, perché sottolinea l’importanza, la pertinenza r l’attenzione su di esso. Con Next Generation EU intendiamo anche raggiungere le nostre priorità politiche, investimenti nel green deal, nella digitalizzazione, modernizzazione delle amministrazioni e nel caso specifico dell’Italia anche della riforma giudiziaria, intendo l’affrontare la lunghezza dei processi. Si tratta di questioni importanti se vogliono attrarre degli investitori. Si tratta del modo in cui creare un ambiente che sia produttivo per gli investitori sia nazionali che stranieri, e questa dovrebbe essere la linea generale. Quello che c’è ora nel tavolo è certamente un invito agli investitori privati ad investire a creare qualcosa di realmente sostenibile anche qui in Italia”. 

Global minimum tax e Digital tax “possono convivere, perché non sono due facce della stessa medaglia, ma si tratta di qualcosa assolutamente differente. Nel caso dell’accordo per la Global minimum tax stiamo parlando di qualcosa di estremamente importante e sono davvero sorpreso, in modo positivo, che ora possa essere raggiunto, perché l’unione Europea lo propose nel 2018 e ora la nuova amministrazione americana l’ha ripresa”. Così a Sky TG24 Economia il commissario Ue al Bilancio, Johannes Hahn.

“Penso – ha proseguito - che ci sia stato davvero un progresso, il G20 tenutosi a Venezia è stato un altro passo importante, ma a proposito del digitale di cui abbiamo discusso a livello europeo, che non è fuori dalle nostre discussioni, va detto semplicemente, e l’abbiamo visto nell’attuale pandemia, che lo shopping online è aumentato enormemente e ha portato profitti molto alti per quelle aziende che erano in grado di offrirlo. E qui credo che siamo d’accordo non ci siano condizioni paritarie tra il negozio dietro l’angolo e lo shopping online e l’idea, al fine di mitigare un po' questa discrepanza, è quella di avere una piccola quota, meno dell’1 % di un acquisto online, pagata al paese in cui avviene la vendita, per cui se un italiano acquista qualcosa su Amazon dovrebbe esserci un contributo qui in Italia”.

“Sono un convinto sostenitore della strategia Fit for 55, è cruciale nella lotta contro il cambiamento climatico. La Commissione ha fatto bene ad essere ambiziosa, ma il mio punto era ed è che le proposte devono basarsi su un’accurata previsione finanziaria di quanti soldi vogliamo spendere su questo progetto. Stiamo già investendo nel Next Generation EU e ci siamo impegnati a ripagarlo, perché vogliamo costruire qualcosa che rimanga alla nuova generazione di europei, non vogliamo lasciare debito sulle spalle dei più giovani. Ecco perché è nostra responsabilità porre attenzione a non creare qualcosa che i nostri figli e nipoti saranno costretti a pagare per noi. Per questo, visto che manca nella proposta la parte su come finanziarla, ho votato contro. Un voto non contro la lotta al cambiamento climatico, ma contro l’assenza di soluzioni per trovare nuove risorse per finanziare il piano”. Lo ha detto a Sky TG24 Economia il commissario Ue al Bilancio, Johannes Hahn.

Sezione: Politica estera / Data: Gio 22 luglio 2021 alle 21:30
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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