Nei suoi quattro mesi di atrocità, la guerra russa contro l’Ucraina ha prodotto un lungo e drammatico elenco di crimini internazionali. Le azioni criminali perpetrate dalle forze russe hanno generato la più grave crisi umanitaria che l’Europa abbia conosciuto negli ultimi decenni, dove persino il cibo è usato come arma per destabilizzare i mercati globali. Parallelamente, il Cremlino continua ad alimentare la sua collaudata macchina di disinformazione con l’obiettivo principale di deviare le responsabilità di tali crimini e compromettere il dovuto sostegno della comunità internazionale all’Ucraina e a favore delle vittime. Per motivi che sono tuttora oggetto di studio da parte degli esperti delle operazioni di disinformazione, l’Italia risulta essere tra i Paesi più colpiti in Europa. Dall’inizio del conflitto russo-ucraino, speculazioni e contenuti propagandistici sono stati diffusi sul web e nei media italiani. Il diffondersi di tali informazioni è in particolare attribuito ad alcuni personaggi – politici e no – che sono stati invitati ad intervenire in diversi programmi televisivi o sono essi stessi autori di articoli fuorvianti. 

Il report “Disinformazione sul conflitto russo-ucraino” prodotto da FIDU e ODF elenca una selezione di casi di rilievo ed esemplificativi della disinformazione, sia successivi all’invasione del 2022 che precedenti, per mostrare come il problema della penetrazione di una narrazione filo-Cremlino sia di lunga durata. Questa narrazione, a volte esplicita e grossolana, è spesso veicolata tramite semplificazioni, mancanze di contraddittorio e accettazione di versioni della propaganda russa senza un’adeguata analisi giornalistica delle fonti o una semplice contestualizzazione dei fatti. Il servizio pubblico, che non fa eccezione, rappresentativo del sistema politico e dello Stato stesso, non può permettersi di ospitare la propaganda di un regime aggressore, di mantenere un livello giornalistico non ottimale e di, in nome di una malintesa ‘par condicio’ o libertà di espressione, consentire a personaggi e opinioni di non incontrare alcun controllo dei fatti, anche quando sono in palese contrasto con la realtà sul terreno. Inoltre, il comportamento dei media pubblici e privati in Italia ha spesso rasentato la violazione delle sanzioni dell'UE contro i media statali russi, agendo contro gli obiettivi perseguiti dall'Unione. Persone che figurano nell'elenco delle sanzioni dell'UE, come il noto propagandista Dmitry Kulikov e alcuni dipendenti di media bannati come Sputnik, sono state invitate ai talk show, nonostante, come anche ricordato dalla Commissione europea, sia noto che la disinformazione diffusa dal Cremlino rappresenti una componente essenziale nell’aggressione russa dell'Ucraina. 

L’evento, organizzato dalla Federazione Italiana Diritti Umani e dalla Open Dialogue Foundation si propone di riflettere, insieme ai membri del Parlamento italiano, difensori dei diritti umani, rappresentanti della comunità ucraina e giornalisti,  sugli effetti della disinformazione russa in Italia e sulle nostre responsabilità nel riconoscere senza esitazione i responsabili e le vittime di questa guerra al fine di tener fede ai nostri valori democratici e non consentire l’impunità di chi si è macchiato di gravissime violazioni dei diritti umani. 

Intervengono:

On. Lia Quartapelle Procopio - responsabile Esteri Partito Democratico

On Andrea Romano – Partito Democratico

On. Riccardo Magi – +Europa 

Eleonora Mongelli – Federazione Italiana Diritti Umani (FIDU)

Massimo Gordini – Open Dialogue Foundation (ODF) - in collegamento

Jacopo Iacoboni – giornalista de “La Stampa” e autore di “Oligarchi. Come gli amici di Putin stanno comprando l'Italia”

Olga Tokariuk – giornalista indipendente e non-resident fellow presso CEPA – Center for European Policy Analysis - in collegamento

Oles Horodetskyy – Associazione cristiana degli ucraini in Italia

Sezione: Politica estera / Data: Lun 27 giugno 2022 alle 16:20
Autore: Redazione PN
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