"Ero uno dei pochi politici italiani che credeva nella sua vittoria e che ha fatto il tifo per lui quattro anni fa. E continuo a credere che sia stato un buon presidente e spero che venga rieletto". Così il leader della Lega Matteo Salvini in un colloquio sul Yhe Wall Street Journal dove affronta temi di politica internazionale come le elezioni americane e tematiche ma anche questioni legate alla politica italiana.
"Su alcune questioni internazionali - prosegue l'ex ministro dell'Interno - come le relazioni con la Cina, con l'Iran e la stretta relazione con Israele - abbiamo la stessa identica opinione". Se io fossi primo ministro, Gerusalemme sarebbe riconosciuta come capitale di Israele dal mio governo e le relazioni con Cina e Iran sarebbero sospese.
Il leader della Lega affronta anche il tema europeo: "Il nemico del sogno europeo è la burocrazia di Bruxelles.

Non è Salvini. Questa burocrazia europea ha tradito il sogno europeo.
Il trattato fondante della UE aveva stabilito la piena occupazione come sua priorità. Quindi il lavoro - che è teoricamente materia della sinistra, ma di cui i socialisti si sono dimenticati - la piena occupazione e, aggiungerei io, anche famiglia e immigrazione".
Non mancano i passaggi sul processo di Catania che - ricorda il WSJ - potrebbe costargli fino a 15 anni: "Penso che il processo finirà in niente. Durante il mio mandato come ministro, abbiamo dimezzato il numero di morti e dispersi in mare".
Salvini scommette sul voto prima del 2023: "Più che i politici, sarà la società a far saltare questo governo".

Sezione: Politica estera / Data: Sab 12 settembre 2020 alle 13:00
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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