Dopo mesi di aspre tensioni seguite al colpo di Stato del 26 luglio, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato il ritorno in Francia, “nelle prossime ore”, dell’ambasciatore in Niger, Sylvain Itté, e il ritiro delle truppe francesi dal Paese del Sahel “entro la fine dell’anno”.  “La Francia ha deciso di riportare indietro il suo ambasciatore. Nelle prossime ore il nostro ambasciatore, insieme a diversi diplomatici, tornerà in Francia”, ha detto Macron in un’intervista congiunta alle emittenti “TF1” e “France 2”. Dopo aver rifiutato per diverse settimane di richiamare l’ambasciatore Itté, di cui la giunta aveva chiesto la partenza, il presidente francese si è così deciso a porre fine ad una situazione che stava diventando insostenibile anche per lo stesso ambasciatore il quale, dopo la revoca della sua immunità lo scorso 29 agosto, viveva di fatto recluso all’interno dell’ambasciata mentre l’edificio veniva presidiato dalle forze di sicurezza nigerine. Stando alle stesse parole del capo dell’Eliseo, pronunciate poche settimane fa, l’ambasciatore è “ostaggio” della giunta e non è possibile “consegnargli del cibo”, salvo razioni militari. Nelle ultime settimane Itté è stato perquisito sistematicamente, gli è stata tagliata la rete Internet e non può ricevere visite. 

Nelle scorse settimane era stata la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna ad aprire all’ipotesi di un ritiro francese dal Niger, affermando in un’intervista a “Le Monde” che le truppe francesi non potessero continuare a svolgere i loro compiti in termini di lotta al terrorismo e di addestramento dei militari locali. “Queste truppe sono lì su richiesta delle autorità del Niger, per sostenerle nella lotta contro i gruppi terroristici armati e per svolgere attività di addestramento.

Da allora a Niamey si erano svolte numerose manifestazioni a sostegno della richiesta di ritiro delle truppe francesi e, dalla fine di agosto, tali manifestazioni avevano incluso anche la richiesta di espulsione dell’ambasciatore Itté. Il Quai d’Orsay, in un primo momento, aveva respinto l’ordine di espulsione dell’ambasciatore, promulgato dai militari nigerini lo scorso 25 agosto, così come aveva fatto poi lo stesso Macron, convinto che questa fosse “la scelta politica giusta”. 

Sezione: Politica estera / Data: Lun 25 settembre 2023 alle 16:30
Autore: Tommaso Di Caprio
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