L'attacco sferrato lo scorso 7 ottobre dal partito-milizia islamista Hamas allo stato israeliano ha creato una situazione “nuova, estremamente pericolosa e instabile nella regione del Medio Oriente”. E' quanto dichiarato dall'ex Ambasciatore d’Israele, David Danieli, in un’intervista ad “Agenzia Nova”. Secondo il diplomatico, l’obiettivo di Hamas era “creare disordine e caos nella regione, coinvolgendo organizzazioni e milizie iraniane, dallo Yemen al Libano, Siria e Iraq, e i palestinesi in Cisgiordania”, ha affermato. 

Danieli ha messo in guardia i paesi occidentali contro il rischio “di uno scontro regionale più ampio, soprattutto data la fragile situazione nel nord di Israele a causa di Hezbollah”. Il movimento libanese sciita compie infatti “atti di guerra” su base quotidiana, che prendono di mira gli insediamenti israeliani e le postazioni delle Forze di difesa israeliane (Idf), ha ricordato il diplomatico secondo il quale non risulta finora un’espansione del conflitto nel nord che rischia arrivare a “coinvolgere direttamente l’Iran”. “Al momento non sembra così, considerati gli interessi iraniani e la presenza militare statunitense nella regione”, ha detto Danieli, spiegando che “con i continui successi militari israeliani contro Hamas a Gaza, la ‘strada’ araba resterà una sfida importante per i governanti dell’Egitto e soprattutto della Giordania”.

L’ex ambasciatore ha poi sottolineato che i passi successivi al conflitto a Gaza per aprire la strada a una pace duratura “sono obiettivi lontani”.  “Non c’è dubbio che un passo importante e significativo sarà l’avvio di un rinnovato processo politico tra Israele e la leadership palestinese con il sostegno dei paesi arabi moderati, degli Stati Uniti e dei partner europei”, ha detto Danieli, facendo riferimento alla soluzione dei due Stati che vivano fianco a fianco in pace e garantiscano i confini “come obiettivo a lungo termine”. “Al momento è prematuro valutare come verrà avviato un simile processo politico e sotto quale ‘ombrello’, dal momento che le leadership israeliane, palestinesi e statunitensi potrebbero vedere nuovi volti nel prossimo anno”, ha dichiarato. 

In merito a un possibile coinvolgimento dei Paesi arabi nel governo di Gaza per contribuire alla stabilità e agli sforzi di pace dopo la cessazione delle ostilità, Danieli ha evidenziato le criticità di questo scenario “dal momento che i popoli arabi chiedono il ritorno completo e immediato del dominio palestinese”. “La custodia araba di Gaza sarà rifiutata innanzitutto dagli stessi palestinesi, tradizionalmente molto sospettosi nei confronti delle preoccupazioni e dell’interesse arabi per la loro causa”, ha osservato l’ex ambasciatore, secondo il quale “una forza di pace internazionale può incorporare alcuni contributi di Stati arabi o islamici, sotto la bandiera delle Nazioni Unite”.

Sezione: Politica estera / Data: Ven 17 novembre 2023 alle 16:00
Autore: Tommaso Di Caprio
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