Un intervento armato in Niger avrebbe “gravi ripercussioni” sulla sicurezza e la stabilità non solo del Niger, ma dell’intera regione. Con queste parole, pronunciate dal podio dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha messo in guardia la comunità regionale, e in particolare la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), dall’intervenire con la forza per ripristinare l’ordine costituzionale nel Paese saheliano, sovvertito dal colpo di Stato dello scorso 26 luglio che ha portato al potere una giunta militare guidata dal generale Omar Tchiani.

 “Per quanto riguarda la situazione in Niger, l’Algeria conferma la sua adesione al ritorno al sistema costituzionale attraverso mezzi pacifici e dando priorità a soluzioni politiche e diplomatiche”, ha detto Tebboune, aggiungendo che Algeri “chiede cautela di fronte ai piani di intervento militare straniero, poiché questo avrà gravi conseguenze sulla sicurezza e la stabilità non solo del Niger, ma dell’intera regione”. Dichiarazioni che confermano, una volta di più, la posizione di ferma contrarietà espressa dall’Algeria a qualsiasi azione militare in Niger, appoggiata invece dai vicini Nigeria, Senegal, Costa d’Avorio e Benin.

L’iniziativa algerina si contrappone all’approccio più interventista della Cedeao, sollecitato dalla Francia – che in Niger dispone tutt’ora di circa 1.500 militari ancora presenti nel Paese – ed evidenziato dalle recenti sanzioni imposte al Mali, alla Guinea e al Burkina Faso in risposta ai colpi di Stato militari verificatisi in quei Paesi. 

Sezione: Politica estera / Data: Gio 21 settembre 2023 alle 16:10
Autore: Tommaso Di Caprio
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