"In un momento pieno di incertezze, di potenziali instabilità, di fragilità interne ed esterne questo governo di unità nazionale continua a voler governare. Abbiamo fatto molto, e lo abbiamo fatto insieme. Dovremmo tutti avere la forza di dire agli italiani: guardate cosa avete realizzato in questi quattordici mesi. Penso alle vaccinazioni, alla crescita economica che abbiamo raggiunto nel 2021, al conseguimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Merito dei cittadini, ma anche delle forze politiche".

Lo ha affermato oggi, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il premier Mario Draghi.

"Stiamo superando la pandemia; sul fronte internazionale, l’Italia è tornata a pesare come è giusto che sia: sosteniamo l’Ucraina, lavoriamo per la pace; sul piano economico usciamo da un anno in cui abbiamo avuto una crescita del prodotto interno lordo del 6,6%. C’è ora un rallentamento, dovuto alla guerra. Il compito del governo è quello di sostenere lavoratori e imprese e rendere l’Italia più moderna, vivibile, giusta" ha dichiarato il presidente del consiglio.

Poi, su Putin racconta: "Ho sperato fino all’ultimo che non lo facesse. Ci siamo telefonati con il presidente Putin prima dell’inizio della guerra: ci siamo lasciati con l’intesa che ci saremmo risentiti. Alcune settimane dopo però Putin ha lanciato l’offensiva. Ho provato fino alla fine a parlargli - ha sottolineato. Detto questo, l’invasione non mi ha sorpreso: quasi 200 mila uomini in pieno assetto da guerra erano stati portati al confine dell’Ucraina. C’erano inoltre i precedenti di quello che l’Unione Sovietica aveva fatto in Polonia, in Ungheria, in Cecoslovacchia. Ricordo che si parlava nella mia famiglia delle atrocità commesse a Budapest nel 1956. Finora l’obiettivo di Putin non è stato la ricerca della pace, ma il tentativo di annientare la resistenza ucraina, occupare il Paese e affidarlo a un governo amico. Noi resteremo accanto ai nostri amici ucraini: la riapertura della nostra ambasciata a Kiev è una buona notizia. Ieri ho sentito il nostro ambasciatore Zazo per felicitarmi direttamente con lui" ha aggiunto.

Infine, sull'invio delle armi all'Ucraina, il premier chiarisce: "La decisione di inviare le armi è stata presa quasi all’unanimità in Parlamento. I termini della questione sono chiari: da una parte c’è un popolo che è stato aggredito, dall’altra parte c’è un esercito aggressore".

Sezione: Politica estera / Data: Dom 17 aprile 2022 alle 10:15
Autore: Simone Gioia
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