Le Nazioni Unite, attraverso una lettera firmata dalle relatrici sulla violenza contro le donne e sul diritto alla salute mentale, Dubravka Simonovic e Tlaleng Mofokeng, hanno dimostrato al governo del presidente brasiliano Jair Bolsonaro la manifesta "preoccupazione" per un decreto che ordina ai medici di inviare una segnalazione alla polizia prima di praticare un aborto. Nella comunicazione l'Onu "esprime preoccupazione, perchè questa disposizione non è compatibile con i criteri internazionali sui diritti di donne e bambine alla dignità e all'integrità fisica".  La missiva sostiene, inoltre, che il decreto brasiliano "non è in sintonia con il rispetto della vita privata e della salute sessuale ed espone le donne ad un trattamento crudele e denigrante".

Questa iniziativa del Palazzo di Vetro è legata alla decisione del ministero della Sanità brasiliano che, a fine agosto, ha pubblicato un decreto che obbliga i medici ad inviare una segnalazione alla polizia prima di un intervento di interruzione della gravidanza anche per una minorenne o una donna stuprata, nonostante si tratti di una pratica autorizzata, in questi casi, da una specifica legge brasiliana. Il decreto, che porta la firma del ministro della Sanità, il generale Eduardo Pazuello, è stato pubblicato dopo che una bambina di dieci anni, violentata dallo zio, ha interrotto la sua gravidanza nello Stato di Pernambuco, non avendolo potuto fare nel suo Stato di residenza, Espíritu Santo. Qui gruppi religiosi hanno assediato l'ospedale e realizzato pressioni sui medici affinché non praticassero l'aborto. E secondo un reportage del quotidiano Folha de Sao Paulo, la ministra per la Donna, la Famiglia ed i Diritti umani, Damares Alves, ha inviato suoi funzionari in Espíritu Santo per impedire l'aborto.

Sezione: Politica estera / Data: Mar 29 settembre 2020 alle 13:00 / Fonte: Ansa
Autore: Roberto Tortora
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