"Lui ora lo stanno torturando e gli stanno strappando le unghie. Lui invece è morto. Lui è tornato come me. Di lui invece ne ho perso traccia da un mese. A lui invece hanno sparato cinque proiettili nella gamba"

Lo ha raccontato oggi al Corriere della Sera Robert K., militare del battaglione d’Azov.

"Dopo aver combattuto in Donbass ho lasciato la mia città, facevo sicurezza privata. Poi a febbraio sono tornato con il battaglione. Ho lasciato Mariupol il 15 di marzo - ha spiegato. Il comandante ci ha detto: avete due opzioni, o restate e combattete fino alla fine. O andatevene vestiti da civili, se volete salvarvi. Io avevo la mia famiglia dentro. Erano chiusi in uno scantinato da settimane senz’acqua e senza cibo. Dovevo metterli in salvo. E dovevo salvare me stesso - ha aggiunto.

I russi hanno mandato in avanti gli ucraini che erano riusciti ad arruolare. Li hanno usati per individuare le nostre posizioni, come carne da macello. Poi hanno iniziato a bombardare. Artiglieria e aerei. Ogni mezz’ora. Colpivano di tutto, obiettivi civili, militari, non importava".

"Pentito di aver lasciato Mariupol? No, perché ho messo in salvo i miei cari. E ora posso tornare a combattere e vendicare i miei compagni" ha concluso.

Sezione: Politica estera / Data: Dom 22 maggio 2022 alle 10:30
Autore: Simone Gioia
vedi letture
Print