La capacità di cybersicurezza dell'Australia, per proteggere gli operatori di infrastrutture e le agenzie governative, viene rafforzata con una nuova strategia da 1,67 miliardi di dollari australiani (oltre un miliardo di euro), annunciata oggi dal primo ministro, Scott Morrison, e dal ministro dell'Interno, Peter Dutton. Le misure attribuiranno maggiori poteri ai servizi di sicurezza internazionale Australian Signals Directorate per aiutare le rilevanti autorità a identificare e reprimere attacchi cibernetici. Le forti misure vengono adottate - ha detto Morrison - dopo la rivelazione in giugno che "un sofisticato attore su base statale" stava lanciando massicci attacchi cibernetici su enti governativi, compagnie e operatori di infrastrutture vitali in Australia.

Mentre gli hacker continueranno i loro tentativi - ha aggiunto - le autorità australiane e il settore privato saranno pronti a rispondere. I nuovi poteri alla polizia federale e alla commissione di intelligence criminale, che il governo conta di legiferare entro fine anno, permetteranno di ottenere mandati a carico di server in tutto il mondo, per attaccare e sopprimere hacker sponsorizzati da stati e reti internazionali di pedofilia, terrorismo, traffico di droga e altri crimini, che usano la dark web e dispositivi criptati - ha detto il ministro Dutton. Il pacchetto include 470 milioni di dollari (285 milioni di euro) per espandere il personale di cybersicurezza con la creazione di 600 nuovi posti di lavoro.

Sezione: Politica estera / Data: Ven 07 agosto 2020 alle 11:00 / Fonte: Ansa
Autore: Roberto Tortora
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