"La realtà è diversa, e i politici che come Clinton e Obama si sono ispirati a un sogno, in Medio Oriente non sono riusciti a fare nulla". Così l'ambasciatore israeliano a Roma Dror Eydar in un'intervista a La Stampa, in cui fa presente che "Trump e Netanyahu potranno non piacere agli intellettuali, ma sono riusciti là dove gli altri hanno fallito.
Talvolta nella storia c'è bisogno di leader non troppo sofisticati, che sappiano dire 'ok, questi sono i buoni, e questi sono i cattivi'. Ci vuole coraggio a non dare sempre ragione a tutti. L'approccio al Medio Oriente deve essere pragmatico".
"Ciò che è accaduto a Washington ha cambiato il paradigma del Medio Oriente - osserva - non bisogna cedere all'euforia, ma è chiaro che si tratta di un riconoscimento fondamentale per il futuro di Israele e dello sviluppo dell'area. Gli intellettuali liberal hanno sempre pensato che il problema del Medio Oriente fosse Israele, ora penso che molti capiscano che Israele è l'àncora della sua stabilità".
"I cambiamenti che hanno interessato il Medio Oriente hanno generato paura nei Paesi arabi - rileva - dalla Siria all'Iraq, dalla Libia al Libano: troppa instabilità. E i palestinesi hanno sempre scelto la parte sbagliata: prima Saddam Hussein, poi l'Iran. Adesso i popoli arabi hanno cominciato a capire che il loro presente è prigioniero del costante rifiuto dei palestinesi a un compromesso. Ogni accordo storico ha visto gli ebrei dire sì, e i palestinesi dire no".
Sull'assassinio del generale iraniano Soleimani dice che "l'Iran era una minaccia già da prima.

E poi Soleimani era il capo di tutti i serpenti, ha esportato le guerre in tutto il Medio Oriente con lo scopo di circondare Israele. Si comportava come uno di quei bulli da strada, convinto di essere un intoccabile. E lo era, se fossero stati ancora i tempi della dottrina Obama. Ma Trump ha valutato diversamente, ha capito che era un ostacolo a qualsiasi processo. E quindi Soleimani è stato ucciso".
Dall'Unione europea - conclude - non si aspetta molto, "non c'è consapevolezza di quanto le cose siano cambiate in Medio Oriente. Quando sento parlare Borrell mi sembra di ripiombare negli anni Ottanta. Mentre forse dovrebbe chiedersi dove finiscono i fondi europei ai palestinesi. Con tutti quei soldi Gaza sarebbe dovuta diventare come Singapore".

Sezione: Politica estera / Data: Sab 19 settembre 2020 alle 10:30
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
vedi letture
Print