A cura di Alessandra Broglia

Le attenzioni e restrizioni anti-covid, di cui in questi giorni i media ci informano continuamente, non sembrano frenare le mete lontane, per coloro che ne hanno tempo e possibilità. Il clima di festività natalizie è almeno diverso dallo scorso anno, e anche per queste ragioni portiamo avanti la nostra rubrica. Oggi ci dedichiamo alle miasi, patologie originate da insetti, appartenenti all’ordine dei ditteri, di cui le più note sono le mosche e le zanzare. Ci affidiamo, come di consueto, al dottor Mauro Berta, membro del comitato scientifico per la dermatologia di Ambimed Group Milano network in Travel and Tropical Medicine Italia e del Centro di Ricerca Scientifica Biochimica, Nutrizione e per la medicina tropicale D. Carrion, Facoltà di Medicina, Univ. Nacional Mayor de S. Marcos – Lima.

Da cosa sono costituite?

Con il termine miasi sono denominate le dermatiti da larve di ditteri, sono un tipo di infestazione che si sviluppano in sede cutanea dermoepidermica. Sappiamo che la pelle è divisa per la parte superiore in epidermide, la parte sottostante in derma e in un terzo strato, diciamo adiposo in ipoderma. Le miasi si riferiscono sia al derma che all’ipoderma. Può presentarsi anche in sede sottomucosa o nelle cavità naturali aperte verso l’esterno, come naso, condotto uditivo, ano, vagina e occhio. Le vie d’ingresso dell’infezione sono rappresentate dalla cute, la quale viene a contatto con le uova e con le larve dei parassiti, secondo varie modalità. La prima, deposizione delle uova, su ferite e ulcere, denominata miasi esterna. La seconda, deposizione nel contesto della cute, la terza deposizione in superficie e penetrazione larvale attraverso un poro che può essere sudoriparo o anche un follicolo pilifero. Infine la quarta, deposizione delle uova su un altro artropodo, di tipo ematofilo, che risulta essere il vettore. È opportuno parlare di miasi più comuni che colpiscono non solo la popolazione locale ai tropici, o nelle regioni subtropicali, ma anche il viaggiatore, che può recarsi per lavoro o scopo vacanziero. Nella miasi esterna, i ditteri andranno a lasciare le loro uova su ulcere, ferite o piccole abrasioni, su tutte le soluzioni che possono verificarsi casualmente o che noi non rileviamo. Gli agenti della deposizione delle uova sono la musca domestica o mosca comune chiamata sarcophaga carnaria e anche mosche che fanno parte dei generi chrysomya e calliphora. Tali miasi sono frequenti non solo ai tropici ma anche in Europa. Durante la stagione estiva, soprattutto in persone che non seguono una buona igiene o le persone non autosufficienti. Nei paesi tropicali sono molto diffuse quali complicanza di ferite o ulcerazioni; come anche in piaghe da decubito in persone allettate. Vengono osservate in sedi necrotiche, le quali possono presentare tessuto in granulazione con croste e larve molteplici di tipo vermiforme, che si accrescono in maniera rapida. Poi abbiamo le miasi particolari che interessano in maggioranza i turisti, presenti tutto l’anno, incentivate da vari fattori. La scarsa igiene perché, specie ai tropici, lavarsi non è così facile, poi le lesioni cutanee e l’abbigliamento non ben coprente. La principale responsabile è la mosca cordylobia anthropophaga, detta anche mango-fly, presente in Africa tropicale e subtropicale. Il contagio con le uova si può sviluppare attraverso il suolo, o con abiti che raccolgono residui organici. Le miasi da cordylobia anthropophaga è una delle infestazioni più frequenti in Africa anche se bisogna aggiungere che gli ospiti preferiti sono i cani e gli animali selvatici. Generalmente l’uomo viene infestato nella regione del tronco, delle natiche e delle cosce. Miasi di questo tipo durano circa quattordici giorni. L’area interessata si presenta infiammata, edematosa, con sintomatologia dolorosa. In ambito pediatrico, si possono associare anche febbre e adenopatia, cioè aumento di volume e tumefazione dei linfonodi. In questi ultimi anni sono state descritte varie miasi da cordylobia nei turisti e in lavoratori occasionali nel continente africano. Queste infestazioni risolvono in lesioni cicatriziali e discromiche, cioè con cambiamenti di colore. In genere guarisce da sola ma talvolta bisogna ricorrere all’estrazione della valva, per mezzo di un piccolo intervento chirurgico con bisturi e pinzette, per poter estrarre il bigattino (larva) della mosca, di dimensioni variabili, da circa un centimetro, fino a tre. Nella nostra esperienza, anche un paziente tornato dal Costarica, in un villaggio presentava a livello malleolare una zona infiammata flogistica con edema e febbre oltre i 39 gradi. Fatale è stato rimanere nel villaggio con i sandali aperti sulla spiaggia, con lesione in quella zona, derivata da una ferita preesistente. Effettuata l’incisione è stato identificato il bigattino di dermatobia hominis, unita alla sovrapposizione microbica di tipo batterico e quindi è stato trattato anche con antibiotici, del tipo di una penicillina semisintetica, unito all’acido clavulanico. Queste piccole abrasioni o ferite, creano terreno fertile per queste mosche. Presente soprattutto nelle zone forestali, predilige animali selvatici o bestiame, ma non ultimo l’uomo, specie il turista che circola in zone ricche di arbusti. Le zone in genere dove è più presente sono l’America centromeridionale, i Caraibi, l’Africa. Le larve presentano in superficie come degli uncini, e la coda emerge dall’estremità cutanea della lesione di forma foruncoloide, con infiammazione e a volte, un’area un po’gonfia ed edematosa, cui può accompagnarsi anche la febbre. A scopo preventivo consiglio di evitare aromi, essenze profumate. Un repellente a base di icaridina e dietiltoluamide può essere utile per proteggersi tutto il giorno, per evitare, di incorrere a problemi di questo tipo.

Quali sono le zone geografiche di sviluppo?

Africa d’Occidente, Camerun, Nigeria, Congo, come quella orientale, in Kenya o Tanzania. È bene controllare che non si abbiano abrasioni epidermiche, e quindi non camminare a torso nudo, ma in particolare fare attenzione agli abiti, poiché le mosche possono depositare le loro uova a livello di essi e se presenti queste abrasioni possono portare a un’infestazione da miasi.

Gli orari della giornata cui si è esposti, hanno influenza?

Non sono rilevanti, fenomeni di questo tipo sono tipici delle ore diurne, di notte è molto difficile.

Sezione: Medicina del Viaggiatore / Data: Sab 25 dicembre 2021 alle 11:34
Autore: Redazione PN
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