A cura di Alessandra Broglia

Una patologia importante che può colpire l’intero globo, cartina al tornasole delle norme igieniche, anche di luoghi apparentemente di lusso, che si verifica tra esseri umani, nonché altri animali, ed è estremamente contagiosa. Ci affidiamo al consueto supporto del nostro esperto, il dottor Mauro Berta, membro del comitato scientifico per la dermatologia di Ambimed Group Milano network in Travel and Tropical Medicine Italia e del Centro di Ricerca Scientifica Biochimica, Nutrizione e per la medicina tropicale D. Carrion, Facoltà di Medicina, Univ. Nacional Mayor de S. Marcos – Lima.

Quali sono le cause e le vie di trasmissione?

È dovuta al parassita sarcoptes scabiei, un acaro che determina un forte prurito, caratterizzato sulla cute da cunicoli superficiali, che in alcuni casi sviluppano anche una forte infezione batterica. La femmina dell’acaro scava nella pelle questi tunnel con lo scopo di depositare le uova, a seguito della fecondazione del maschio. Queste uova presentano una forma ovale, di colore bianco giallastra, gli acari sono dotati di quattro paia di arti, delle dimensioni di 0.3 – 0.4 millimetri. La femmina muore dopo aver depositato le uova, in 4/5 settimane, mentre il maschio presenta dimensioni minori e tende a morire dopo l’accoppiamento. Una parte delle uova si sviluppa in numero limitato, dopo circa 20 giorni e nuovi adulti danno vita a nuove lesioni. Il sarcoptes scabiaei si trova dappertutto, ma c’è una promiscuità, a livello igienico-sanitario, che presenta elementi di rischio, soprattutto nelle zone endemiche. Infatti nei viaggi di lavoro o vacanza, in paesi extraeuropei, si deve ad esempio considerare l’albergo dove si alloggia, controllando anche in quelli a quattro o cinque stelle, perché va ricordato che in vacanza in continenti come l’Africa, l’Asia o Sud America, il quattro o cinque stelle spesso corrisponde alle nostre due o tre. Dobbiamo controllare sempre il cambio di asciugamani, le lenzuola, ma anche il contatto con individui che potrebbero essere potenzialmente infetti. Quindi possiamo dire che le vie di trasmissione sono cute, abiti, biancheria e interumani. Va considerato che la patologia può colpire qualsiasi persona, anche con sufficiente livello di igiene, non dobbiamo pensare che la scabbia colpisca le persone con limitata igiene, anche le più accurate se vengono a contatto con un lenzuolo o asciugamano infetto, possono esserne affetti. Non sempre la nostra attenzione può aiutarci ma chiaramente tende a limitare il rischio di contagio. Se notiamo una persona che tende a grattarsi sempre in una stessa zona, dobbiamo insospettirci.

Questo parassita si trova ovunque ma esistono zone del mondo, dove la patologia è più facile contrarla?

L’Europa dell’Est, come la Russia, la Romania, la Bulgaria, la Polonia, la Repubblica Ceca. L’Africa e l’America del Sud, l’Asia in misura minore. In paragone con gli altri continenti è più diffusa in Europa. È comune nei nostri ambulatori trovare persone con la scabbia, ma tutti di ritorno da viaggi, anche da hotel di lusso. Basta tenere presente se già dalla prima notte ci si sveglia con del forte prurito localizzato.

Si può contrarre anche per contatto animale?

Cane, gatto e coniglio possono trasmettere una pseudo-scabbia, attraverso parassiti che danno una sintomatologia del tutto simile alla scabbia; quella che una volta chiamavamo “rogna” o “pseudo-rogna”.

Quanto dura l’incubazione? Quali sintomi per riconoscerla?

È inferiore ai 30 giorni, quindi se siamo in vacanza non ce ne accorgiamo, ma in genere al ritorno. Perciò occorrono circa tre settimane dal contagio per sviluppare i sintomi; un prurito estremamente intenso è una caratteristica fondamentale, come l’esacerbazione nelle ore notturne, colpendo soprattutto le regioni laterali delle dita, i polsi, le ascelle, il glande, la cute del pene, le pieghe sottomammarie e sotto i glutei. Osservando questi cunicoli, alcune volte si notano vescicole e lesioni da grattamento intenso. In alcuni casi possono arrivare fino a lesioni squamo-crostose multiple. Questi tunnel si presentano di colore rossastro come una linea che compare sulla cute, determinata dal cammino dell’acaro, il quale prende il nome di solco acarico. Si caratterizza come piccolo rilievo tra i cinque e i dieci millimetri. Il colore si alterna talvolta con lo stesso colorito della cute e solo alcune volte un po’ più scuro. All’estremità di questo cunicolo si rileva una sporgenza, che si può trasformare in una vescicola che prende il nome di vescicola perlata. Il prurito è perciò il principale sintomo è il prurito localizzato nello stesso punto, che porta a grattarsi con continuità, in modo tanto energico addirittura da provocare sanguinamento. A seguito di ciò possono formarsi erosioni, desquamazioni, come sovra infezioni di tipo batterico, come lo streptococco o lo stafilococco. Come detto in precedenza il prurito raggiunge il suo massimo durante la notte, tanto che in alcuni casi può risvegliare o bloccare il sonno, creando condizioni favorevoli al parassita, come il tepore o il caldo del letto. Quando questa infestazione è grave, con presenza di croste, è detta scabbia norvegese e i pazienti possono presentare delle alterazioni del sistema immunitario.

Da cosa è caratterizzata?

Presenta zone di pelle ispessita e incrostata, soprattutto in area palmo/plantare, ma anche al dorso delle mani e ginocchia. Quindi, tornando da un viaggio se si accusa un prurito intenso localizzato, è meglio rivolgersi a un dermatologo che con il dermatoscopio può evidenziare immediatamente l’acaro della scabbia.

Come viene trattata?

Prevede un uso terapeutico di scabicidi. Il trattamento topico è basato su creme o lozioni contenenti benzoato di benzile, permetrina o crotamitone. Quest’ultimo utile per limitare il prurito. I tre principi attivi nominati possono essere preparati a livello galenico. Si assume su tutto il corpo, poiché anche se localizzata ad esempio in un polso, bisogna spargere il preparato, per la prima notte, ripetendolo la seconda notte, per ripetere la settimana successiva, per un totale di quattro trattamenti. In questo modo si può limitare il prurito ma può gradualmente eliminare quelle lesioni parassitarie, tipiche della cute.

Come eliminare possibili residui esterni?

La scabbia tende infatti a espandersi pertanto, è bene lavare con acqua calda gli indumenti, la biancheria, anche se la lesione è localizzata al polso. Anche i membri della famiglia, collettività, partner sessuali del paziente trattato, devono sottoporsi allo stesso trattamento, pur non avendo sintomi.

Sezione: Medicina del Viaggiatore / Data: Sab 15 gennaio 2022 alle 10:05 / Fonte: A cura di Alessandra Broglia
Autore: Redazione PN
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