A cura di Alessandra Broglia

La malaria 3° parte

Continuiamo l’argomento su questa patologia, insieme al nostro esperto, il dottor Paolo Meo, specialista in medicina tropicale e malattie infettive, nonché direttore della clinica del viaggiatore Cesmet. Questa settimana orientiamo lo sguardo in un altro affascinante paese del mondo, parlando di India. Un vasto stato dell’Asia Meridionale, penisola bagnata a sud dall’Oceano Indiano, a ovest dal Mar Arabico e a est dal Golfo del Bengala. Un territorio diversificato che in maggior parte appartiene alla zona del Tropico del Cancro, per arrivare a nord fino alle cime della catena montuosa dell’Himalaya. Tornando all’argomento malaria è un altro tra i paesi cui bisogna prestare molta attenzione. È possibile approfondire cliccando al seguente indirizzo: https://www.clinicadelviaggiatore.com/india-scheda-paese-2/

Secondo quanto riassume, il nostro esperto nella prima parte ha affrontato il tema della prevenzione della malaria, per poi dedicarsi alla parte farmacologica. Oggi affronterà il tema dei sintomi che si manifestano nei rari casi in cui il viaggiatore ritorna infettato dal parassita. È importante conoscere cosa può succedere. poiché il ritardo della diagnosi può essere pericoloso.   

Come già detto, la malaria è una malattia infettiva acuta, provocata dall’infezione di un parassita, il Plasmodio, trasmesso dalla puntura di una zanzara chiamata Anopheles. Tale specie è diffusa nella maggior parte dei territori tropicali equatoriali, dove l’ambiente umido, caldo, nonchè la presenza di acque, soprattutto stagnanti, ne favoriscono la riproduzione e la crescita.

Molteplici e diversi sono i sintomi della malaria che si manifestano con gradazioni e livelli crescenti. Dopo la puntura della zanzara infetta la maggior parte degli individui, rimangono asintomatici, ovvero pur infettati non manifestano alcun sintomo. Altri individui invece manifestano la malattia con un crescendo di sintomi e manifestazioni sempre più forti e gravi. Il ritardo nella diagnosi e nella cura può far peggiorare la situazione al punto di arrivare al decesso. Tra le cause, vi possono essere le forme “cerebrali”, insufficienza renale, o altri deficit interni. Anche per queste ragioni la rapidità nell’affrontare questa malattia può essere vitale. L’attesa e il tempo trascorso inutilmente possono essere letali, come spesso può accadere.
Nei viaggiatori che provengono da aree dove il parassita malarico è assente, la puntura di una zanzara infetta può causare un’infezione che, senza copertura immunitaria, consente al Plasmodio di svilupparsi e di invadere con il “ciclo eritrocitario le emazie (globuli rossi del sangue)”, con una crescita via, via esponenziale. La presenza o meno di sintomi e la loro manifestazione è molto condizionata dalla risposta del sistema immune. La varietà dei sintomi va da un malessere ingravescente; senso di stordimento; mal di testa crescente; stanchezza e dolori ai muscoli. Questi possono essere i primi sintomi che si manifestano a distanza di qualche giorno a chi è stato punto da una zanzara infetta. Dopo qualche giorno, può comparire pesantezza, indolenzimento alla nuca ed al collo; dolore sordo e grave alla muscolatura di gambe e braccia, cui si aggiunge un’iniziale sensazione di pelle umida, particolarmente accennato all’addome ed al dorso. Dopo circa una settimana dalla prima infestazione del Plasmodio può iniziare, a presentarsi prima una febbricola, accompagnata da lievi brividi; aumento del sudore e mal di testa fronto-occipitale; questi sintomi nelle ore o giorni seguenti tendono ad aumentare, con un’astenia che non permette di muovere braccia e gambe. Lo stordimento aumenta e la febbre può iniziare scomparire ed a ricomparire con una caratteristica ondulante ogni tre / quattro giorni. Nei giorni successivi, se non si interviene, il malato può presentare un’urina di colore rossastro, talvolta scura; una sensazione di pesantezza e di gonfiore nella parte alta dell’addome, a livello della milza e del fegato. A tutto ciò può aggiungersi un peggioramento della confusione mentale fino ad uno stato semi comatoso; alla fine un coma irreversibile ed il decesso dovuto al blocco della circolazione cerebrale per microtrombosi encefalica. All’inizio della malattia sono frequenti sintomi irritativi addominali, quali diarrea anche acquosa e sensazione di nausea e vomito. Tutti questi sintomi raramente si manifestano contemporaneamente. Alcuni, i meno gravi, possono presentarsi con un grado di intensità molto variabile. La febbre, considerato sintomo patognomonico, spesso non compare o si presenta tardivamente. Il sintomo tipico e quasi sempre presente è la sensazione di malessere generalizzato ed il mal di testa, nella fase iniziale con quel senso di ovattamento della testa. La malaria è denominata la “grande ingannatrice” proprio per questa varietà di sintomi così diversi e di gradazioni non prevedibili.

Sezione: Medicina del Viaggiatore / Data: Sab 22 aprile 2023 alle 19:03
Autore: Redazione PN
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