Dai comici fischiati per un’imitazione “troppo politica”  alle uova promesse contro la satira. Dai leader  sul palco ai leader in platea. Insomma non è la prima volta che la politica sale sul palco dell’Ariston  con buona pace del coro dei no che si è levato contro l’intervento al 73 esimo Festival del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Insomma Sanremo e la politica in tutte le sue forme rappresentano un binomio solido e senza tempo. Gli episodi , le canzoni e i personaggi che negli anni hanno calcato il palco dell’Ariston scatenando la polemica.

Era sicura la partecipazione via etere del presidente Ucraino al Festival e invece ieri è arrivata la notizia che Zelensky non interverrà durante la trasmissione in diretta ma sarà presene solo in modo “virtuale” visto che il Governo di Kiev ha deciso di inviare alla Kermesse un documento scritto.

Il messaggio verrà letto da Amadeus durante la finale di sabato 11 febbraio. Insomma la vicenda che ha accompagnato l’intervento del leader ucraino a Sanremo si è conclusa in modo alquanto singolare con l’Italia divisa in due e un testo politico che non sappiamo da chi sarà visionato prima di essere letto in Eurovisione. E’ giusto potare la guerra in  mezzo ai Cugini di Campagna?  Chiunque abbia condotto un programma radiofonico o televisivo sa quanto possa essere difficile , dopo aver presentato Fedez, aprire un “piccolo spazio pubblicità” per Zelensky. Non per il contenuto che non si conosce, ma semplicemente perché  Sanremo è il contenitore sbagliato  per un messaggio che potrebbe anche essere giusto.

Settimane e settimane a parlare della presenza di Zelensky al Festival e poi , nulla di fatto.

E’ stata semplicemente una campagna pubblicitaria? Infondo Sanremo è solamente un gigante contenitore pubblicitario che ogni anno riesce a vendere 50 milioni di spot. 

Sezione: L'editoriale / Data: Mer 08 febbraio 2023 alle 19:34 / Fonte: politicanews
Autore: Susanna Marcellini
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