La cosa meno natalizia ma più chiara, nella (mal)destra manovra di bilancio, è l’accanimento contro il reddito di cittadinanza (RdC).

Con tutte le riserve che si possono nutrire verso il provvedimento-bandiera del M5S e ora del nuovo PC (il Partito di Conte), si avverte una sorta di sadismo negli emendamenti che lo restringono. Come se si volesse far pagare ai percettori non solo il fallimento di uno dei suoi due obiettivi, far crescere l’occupazione, ma anche il parziale conseguimento di altri due. Il primo, alleviare la povertà, specie durante la pandemia e per almeno un milione di italiani, secondo l’Istat. Il secondo, attuare un principio costituzionale lungamente inattuato quasi soltanto in Italia: quell’art. 38/2 Cost. che attribuisce un autentico diritto all’assistenza anche a chi è colpito, oltre che da invalidità da «disoccupazione involontaria».

E invece.

Prima la manovra targata Fratelli d’Italia ha distinto i fruitori dell’RdC fra occupabili e non occupabili, in base a un requisito – l’occupabilità – spesso incerto. Poi ha mantenuto il beneficio ai non occupabili ma lo ha tolto agli occupabili, sia pure dopo un periodo transitorio di sette mesi. Ancora, l’Rdc è stato tolto a chiunque rifiuti un’offerta di lavoro congrua, poi divenuta, per un emendamento poco caritatevole del cattolico Maurizio Lupi, qualsiasi offerta, anche traferirsi da Palermo a Bolzano. Ecco proprio su questo punto vorremmo fare chiarezza.

Si parla tanto dei nostri nonni o in alcuni casi bis nonni che  negli anni 50 sono stati costretti ad  emigrare  da sud a nord in un Italia povera, i più temerari addirittura con la valigia di cartone dall’Italia all’estero.  Sono emigrati si ma sperando  che il loro sacrificio poteva servire ai loro figli, nipoti o  pronipoti affinchè  potessero vivere serenamente nella loro città. Nel loro bel paese.  Speravano. E invece oggi nel 2023 dobbiamo sentirci dire che emigrare è cosa buona e giusta, anche se per un lavoro con contratto di una settimana. Se da una parte crediamo di dover dare ragione a chi dice che qualcuno ha approfittato del reddito di cittadinanza dall’altra ci chiediamo perché chi doveva controllare non l’ha fatto? Come mai i tanto decantati “navigator” non hanno proposto un posto di lavoro? La soluzione giusta, in un Italia sempre più in crisi, sempre più povera rimane l’abolizione del RdC? Sarebbe come dire che visto che in italia esistono  i furbetti dell’assegno di invalidita , allora la soluzione giusta sarebbe toglierlo a tutti? Non abbiamo mai sentito, dopo uno scandalo che ha travolto  la classe politica ( e di scandali ne abbiamo visti tanti), dire che andrebbe abolita la classe politica intera. I nostri bis nonni vivevano un tempo fatto di principi e speranze diverse dalle nostre. Vivevano in un Italia dove per affittare una casa bastava una stretta di mano, dove c’erano dei pezzetti di carta chiamate cambiali, dove era dura ma una speranza la si intravedeva. E oggi? Oggi quale proprietario di casa offrirebbe una casa ad un ragazzo con un contratto saltuario senza chiedere delle garanzie, una fideiussione e tre mesi di anticipo?. E voi cari politici quando dite che bisogna emigrare al nord in cerca di un lavoro vi farete da garanti? Oppure offrite un lavoro congruo a tempo indeterminato che possa avvicinare la domanda e l’offerta?   

E allora di fronte a tanto accanimento, da parte di una maggioranza poi così misericordiosa verso altre categorie di reietti, tipo gli evasori,  cui si devono ben altre voragini nei conti dello Stato, viene spontaneo chiedersi: perché?

Perché tanta acredine, insomma? Per un sussulto di liberismo da parte della vecchia destra sociale, che colpisce ceti in realtà dispostissimi a votarla? O forse, più sadicamente ancora, per una sfida rivolta all’ultima sinistra rimasta, quella posticcia del Partito di Conte, del tipo: fate ostruzionismo, se avete il coraggio di mandare l’Italia in esercizio provvisorio, come non succedeva dal 1988. In Italia, lo sfruttamento sul lavoro è una caratteristica cronica del sistema, non pensate che togliere il Rdc a chi ne avrebbe veramente bisogno sempre prima di offrire un lavoro degno possa alimentare il lavoro a nero e lo sfruttamento? Da tempo si parlava di salario minimo, si parlava. Appunto.

Di fatto non si è fatto nulla, nonostante fosse previsto in una direttiva europea adottata il 14 settembre dall’Europarlamento.  Giorgia Meloni a onor del vero è stata sempre contro il salario minimo rispondendo che non sarebbe stata la soluzione. La soluzione  forse no, ma visto che l’Italia è l’unico paese Europeo in cui i salari nell’ultimo decennio sono scesi del 2.9% forse i nostri politici potevano chiedersi  il perché visto che in Spagna invece i salari sono saliti del 6,2%.  Ricordando che in Europa dove il lavoro cresce il Rdc non è stato abolito. Doveroso è ricordare che in Italia i salari sono i più bassi a livello Europeo.

E allora la favola del Rdc che non invoglia a lavorare, questa narrazione distorta di un popolo che invece ha sempre lavorato, dove le case di proprietà sono state alla base della vita degli italiani, da dove nasce? Fosse uno slogan politico per risparmiare soldi da aggiungere alle già tante agevolazioni dei politici, senatori e parlamentari di turno?

Da tempo, anche noi di  PoliticaNews siamo in attesa di un serio dibattito sul tema. Ma, visto il livello della classe politica e imprenditoriale italiana, abbiamo perso le speranze. Ma siamo e resteremo sempre pronti a ripensarci

Susanna Marcellini

@susannamarce

Sezione: L'editoriale / Data: Mer 04 gennaio 2023 alle 21:50 / Fonte: politicanews
Autore: Susanna Marcellini
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