In questi giorni nei notiziari in TV e sui social media si sta parlando della crisi tra Ucraina e Russia, sfociata da poche ore in una guerra. Bambini e bambine non sono isolati dal sentir parlare di ciò che sta accadendo e sono esposti a diverse immagini di guerra. Psicologi e pedagoghi sostengono ormai da tempo che sia necessario dire la verità ai bambini sulle questioni familiari più delicate, come lutti o separazioni, la stessa cosa dovrebbe valere per le questioni delicate come la guerra. Innanzitutto non bisogna dimenticare di lasciare il giusto spazio alle emozioni, che possono essere anche molto forti quando si tocca un tema come la guerra. Quelle dei bambini, come la paura che certe cose possano succedere anche ai propri familiari, hanno bisogno di essere contenute e non amplificate. Quelle degli adulti, come la paura di essere inadeguati al compito, dovrebbero invece essere espresse senza timori, cercando spazi di confronto con altri adulti e un eventuale sostegno.

Un buon modo per iniziare è quello di ascoltare le domande che i bambini hanno da fare, i loro dubbi e soprattutto le loro paure, questo ci aiuterà ad orientare il dialogo verso ciò che per loro è davvero importante conoscere. Per parlare di un tema così delicato può essere di grande aiuto partire da una storia pensata e creata per i bambini. E, perché no, anche usare una storia scritta da loro stessi: come infatti sottolinea lo storico Bruno Maida, i bambini sono un soggetto storico che può raccontare la guerra. 

Poi c’è l’altra faccia della medaglia: la guerra insegnata ai bambini. Galeotta la foto di una bambina che impugna un fucile mentre magia una lecca lecca.  La foto è diventata virale in pochi secondi e tanti si sono chiesti se fosse vera o inventata,  in una guerra che sembra molto televisiva. Ma purtroppo i morti non sono telegenici. Ma a prescindere da questo, prendendola per buona non possiamo nascondere che si siano zone nel mondo in cui i bambini crescono con le armi al posto dei giocattoli. Oggi la nostra attenzione è tutta sulla Russia e sull’Ucraina  e sembriamo esserci dimenticati che i bambini sono sempre morti anche prima di questa guerra, oggi ci fa più effetto. Perché? Forse perché quello che succede vicino casa nostra ci spaventa di più? O perché questi bambini biondi ci ricorda di più i nostri figli?

Riflettiamoci.

di Susanna Marcellini

© foto di Susanna Marcellini - Politicanews.it
© foto di Susanna Marcellini - Politicanews.it
Sezione: L'editoriale / Data: Lun 28 marzo 2022 alle 16:20 / Fonte: politicanews
Autore: Susanna Marcellini
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