In questi giorni si parla del reddito di cittadinanza i politici si dividono. Le persone sperano di riceverlo per avere una vita più dignitosa.

Abbiamo questo ad un campione di persone preso a caso se sono favorevoli o contrarie e la risposta è univoca: " se è l'unico modo di mettere un piatto caldo sul tavolo ben venga" .  Questa risposta ci ha fatto riflettere. 


A20 anni si deve solo pensare al futuro. Ma per capire dove andare devi sapere da dove vieni, conoscere la tua storia. Quanti dei nostri giovani conoscono la storia del nostro paese? È una riflessione che ci siamo fatti riflettendo su quello che sta succedendo in questo periodo. Ma siamo sicuri che la colpa sia dei giovani che con arroganza  vanno in piazza a manifestare e non degli adulti che hanno esaurito le scorte di un paese e chiedono alle nuo9ve generazioni di adattarsi a quello che troveranno?
Non basta mettere al mondo e abbandonare, questo vale per i genitori ma soprattutto per i politici che pensando di decidere come deve essere la vita, quali regole andrebbero seguite pensano di risolvere i problemi del nostro paese. Niente di più sbagliato. 
I giovani  oggi ci chiedono di essere pienamente generativi, di essere generosi, cioè, di prenderci cura e di lasciarli volare con le loro ali. Questo non lo hanno capito ne i genitori ne le istituzioni . I feroci attacchi che in questi anni abbiamo visto all'indirizzo dei giovani che manifestano per la salvaguardia dell'ecosistema e contro l'inerzia di molti governi di fronte ai rischi del riscaldamento globale, sono certamente sintomatici. Adulti contro ragazzi.
Ci sono generazioni a confronto, è vero gli italiani fanno pochi figli forse perché pensano troppo al futuro, è anche vero che lo stato non ci aiuta ad essere ottimisti, a guardare insomma il bicchiere mezzo pieno. Stiamo sperimentando un pezzetto di quel famoso conflitto intergenerazionale di cui tanto si è parlato negli ultimi anni, ma che finora non si era ancora manifestato in modalità così evidenti. 
Come uscirne? Con l’ascolto di chi sta chiedendo ? forse anche nel modo sbagliato, ma facendoci un esame di coscienza forse è l’unico modo che gli è stato insegnato. 
Non è a questo che dovrebbe servire la politica?

Non dovrebbe darci e dare un indirizzo?

Un ideale?

Un principio fondamentale da cui partire?

Forse si o forse no. 
La certezza è che oggi per ignoranza , per poca dialettica, per poca voglia non c’è più nessuno che abbia voglia di ascoltare veramente e trovare insieme le giuste soluzioni. 


Ai genitori spetta il compito dell’educazione è vero, ma siamo certi che siano messi nella condizione di avere tempo per questo?
Lavorare 12 ore al giorno per 1.100 euro significa doversi sposare o convivere non solo per amore ma soprattutto per pagare un mutuo che da soli sarebbe impensabile.  E quando pensiamo ad un lavoro da 1.100 euro siamo anche molto ottimisti perché ci accorgiamo che tanti non più giovani fanno conto sul reddito di cittadinanza figuriamoci se con un esempio cosi possiamo chiedere ai ragazzi di sognare come negli anni 70 di comprarsi una casa.
Torniamo indietro e ricominciamo : riassegniamo i ruoli . Lasciamo fare ai giovani quello che i giovani hanno sempre fatto, protestare  e pretendiamo invece dai meno giovani di riorganizzare il nostro paese dando speranza ma soprattutto la dignità di poter vivere senza il reddito di cittadinanza e aver la possibilità di essere ottimisti, di guardare al futuro con speranza e un sorriso. 
 

di Susanna Marcellini 

Sezione: L'editoriale / Data: Mar 02 novembre 2021 alle 17:17 / Fonte: Politicanews
Autore: Susanna Marcellini
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