Le elezioni regionali e lo spartiacque decisivo, nell'ambito del rilancio economico del paese, che attende il Governo Conte.

In merito a tali questioni, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Giuseppe Zappulla, segretario regionale di Articolo Uno in Sicilia.

Quali soluzioni avete avanzato come Articolo Uno per il rilancio economico della Sicilia? Siete stati toccati lievemente dall'epidemia, ma l'emergenza economica ha preso inevitabilmente il sopravvento con il calo dei flussi turistici...

"L’emergenza sanitaria ha fatto esplodere inesorabilmente anche la debolezza del sistema economico e occupazionale siciliano. La Sicilia ha bisogno di una terapia d’urto capace di riattivare un corpo malato per ridare slancio, fiducia, sviluppo, crescita, lavoro. Il governo centrale deve destinare una quota importante di risorse per investimenti pubblici in infrastrutture materiali e immateriali e promuovere quelli privati. Abbiamo bisogno di un salto di qualità straordinario: un piano di interventi sull’ambiente, sui beni culturali e paesaggistici, sulle bonifiche e riconversione ecosostenibile dell’apparato produttivo e industriale, sull’edilizia scolastica e per recuperare i gradi disastri e dissesti idrogeologici. Nell’ambito di una riforma fiscale fondata sulla progressività e lotta all’evasione prevedere una fiscalità di vantaggio in modo selettivo e finalizzata alla innovazione tecnologica e all’ambiente. Con una versione riveduta e corretta che eviti gli errori ed orrori del passato ma una stagione di programmazione negoziata con il protagonismo del territorio potrebbe rappresentare un modo positivo di utilizzo delle risorse europee rafforzando lo sviluppo dal basso e la coesione sociale. Bisogna candidare la Sicilia come piattaforma culturale, logistica, economica, sociale di pace e di lavoro nel Mediterraneo. La Sicilia che supera i deficit infrastrutturali e che aiuta il turismo anche con tariffe aeree abbattute e incentivanti, la Sicilia della sanità pubblica e non degli appalti agli amici, la Sicilia dell’agricoltura e turismo di qualità, la Sicilia dell’accoglienza, della solidarietà, dell’integrazione contro l’odio, il razzismo, del mare simbolo di libertà e non di morte. La Sicilia della lotta alla mafia, alla criminalità e alla corruzione. Ma per avviare un percorso nuovo di sviluppo di qualità della Sicilia ci vuole in primo luogo una classe dirigente e un governo regionale meno incapace e inadeguato di quello attuale. Una classe dirigente che chiuda definitivamente la pagina dei piagnistei, del meri rivendicazionismo e faccia i conti anche con i primi limiti e le gravi responsabilità. In quasi 3 anni di governo Musumeci non è emersa una sola nuova idea di sviluppo per la Sicilia. Nessuna riforma dell’autonomia Sicilia, i pieni poteri dati al Presidente spacciati per snellimenti della macchina burocratica, triste agonia delle ex provincie, una sanità ancora occupata dalla politica e interessi diffusi in quella privata, nessuna riforma sul ciclo dei rifiuti, difficoltà a spendere produttivamente le risorse europee, oggi le Zes rischiamo di restare bloccate per i ricorsi presentati dallo stesso governo regionale. Una giunta e una maggioranza spesso tenuta in ostaggio dagli interessi dei singoli deputati dei partiti che lo sorreggono, senza un’idea e una e proposta che parlasse davvero al futuro , all’economia e al lavoro. Solo demagogica competizione e contrasto politico con il governo nazionale per soddisfare e ingraziarsi Salvini e la Meloni. Se alla crisi economica si aggiunge un governo regionale no n all’altezza la situazione è davvero drammatica. Anche per questo occorre un forte coordinamento delle forze siciliane di sinistra e di centrosinistra in grado di contrastare il nullismo del centro destra di Musumeci e al contempo per dialogare con il governo nazionale. Siamo chiamati tutti alla massima responsabilità, impegno e mobilitazione".

In vista della prossima tornata di amministrative in Sicilia è auspicabile un vostro asse con i 5 Stelle nei vari comuni?

"Come Art1 siciliano abbiamo lanciato da più di un anno la proposta di una cabina di regia regionale tra tutte le forze della sinistra, del centrosinistra aperto al contributo dell’associazionismo democratico e progressista per fortuna molto presente in diverse realtà sulle battaglie civile e per la tutela ambientale. Un Coordinamento capace di rafforzare da subito l’opposizione al governo Musumeci e al contempo per definire alleanze, programmi e progetti per candidarsi competitivi alla prossima competizione elettorale in Sicilia. Chiamare tutte le forze che si oppongono alla destra per costruire una grande alleanza di cambiamento della Sicilia. In questo fronte largo noi vediamo anche il M5s. Ora se è vero che il modello politico che sostiene il governo Conte non può essere automaticamente trasferito in Sicilia non c’è dubbio che il M5s dopo la scissione subita all’Ars è una chiara e importante forza di opposizione al governo Musumeci. Sarebbe , in questo orizzonte, incomprensibile non verificare in alcune realtà simbolo la possibilità già nelle amministrative di ottobre di segnare una coalizione del centrosinistra con il M5s. Ovviamente verificando senza forzature se insistono le condizioni: in Sicilia si vota in 62 Comuni e per esempio ribadisco che questa alleanza non è possibile ad Augusta mentre è auspicabile che si realizzi ad Agrigento".

Come giudica, politicamente, le recenti contestazioni in Meridione a Salvini?

"Di norma auspico che ognuno possa esprimere liberamente il suo pensiero e quel che succede in molte piazze è un altro dei segnali di inquietudine politica e di clima pesante che è stato alimentato nel Paese. Ma quel che sta accadendo è purtroppo quel che ha seminato. Chi semina vento si diceva una volta raccoglie tempesta. Chi è cresciuto alimentando odio verso ogni diversità: di colore, di religione, di orientamento sessuale, di collocazione geografica inevitabilmente produce questi effetti. Bisogna andare alla sostanza e non appunto agli effetti. Il meridione è stato insultato quotidianamente sul terreno economico, sociale, culturale e morale; sono stati offesi i docenti, i giovani, i lavoratori. La Lega e Salvini hanno reiteratamente invocato l’Etna e il Vesuvio e pensare che venga accolto a braccia aperte significa aggiungere agli insulti e alle provocazioni anche l’ipocrisia. Peraltro le contestazioni che subisce sono realizzate nel rispetto delle leggi e delle libertà, mi pare che gli slogan e i fischi da lontano – nonostante da Ministro ha tentato di ledere e limitare le libertà sindacali - siano ancora consentiti: a lui la Costituzione democratica consente di insultarci, ai meridionali il diritto a contestarlo. Spero proprio per i meridionali e per gli italiani tutti maturi anche e soprattutto il diritto, e il dovere, di non votarlo e di non votarli".

Sezione: Esclusive / Data: Gio 02 luglio 2020 alle 17:20
Autore: Luca Cavallero
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