Riguardo all'attualità politica, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Leda Volpi, esponente quota L'Alternativa C'è.

Come giudica la possibile estensione all’obbligo del Green Pass?

"Mi sembra che il governo italiano si stia focalizzando solo ed esclusivamente su questa misura, peraltro fallace sotto molti punti di vista, trascurando colpevolmente tutti gli altri approcci. Gli esperti che si occupano di pazienti Covid (in reparto o negli ambulatori, non quelli dei salotti TV o degli uffici) sostengono da mesi che la pandemia necessita di un approccio combinato: la vaccinazione, soprattutto per i più a rischio di complicanze per patologie croniche ed età, le cure domiciliari e le misure igieniche (distanziamento, ricambio dell’aria, mascherine). Sulla vaccinazione il governo sta conducendo una linea ambigua di obbligo “velato” col Green pass, che cambia ogni settimana, invece di puntare a migliorare la comunicazione e l’informazione ai cittadini. Dopo i pasticci degli open day vaccinali ai giovani con Astrazaneca, organizzati da alcune scellerate regioni ma non vietate dal ministero della Salute, la sensazione di molti cittadini dubbiosi è di non sentirsi rassicurati dallo Stato. Se, come ha dichiarato il generale Figliuolo, l’80% dei cittadini vaccinabili ha effettuato almeno la prima dose, perché accanirsi così sui reticenti invece di persuaderli con informazioni chiare? Tra l’altro lo strumento del Green pass così come strutturato in Italia presenta delle lacune importanti dal punto di vista scientifico perché esclude ingiustamente una importante fetta di popolazione: chi ha avuto l’infezione da asintomatico e presenta immunità anticorpale, chi si è vaccinato con la sperimentazione del vaccino italiano Reithera o con con altri vaccini non somministrati in Italia come i San marinesi con Sputnik, e anche chi ha avuto reazioni avverse o complicazioni dopo la prima dose di vaccino e non può effettuare la seconda. Noi come L’Alterativa c’è abbiamo presentato molti emendamenti per risolvere queste problematiche ma abbiamo trovato nel governo un muro di gomma e nel parlamento un mero esecutore della volontà governativa. Non un bel segnale di democrazia. Per quanto riguarda le cure domiciliari, dopo un anno e mezzo di pandemia sono ancora rimaste al palo. In uno dei primi decreti del Conte II, nel 2020, sono state istituite le USCA, che dovevano supportare la medicina territoriale nella gestione domiciliare dei pazienti. Invece, come al solito, solo poche Regioni virtuose hanno saputo integrare questi giovani medici con i medici di medicina generale e del 118, mentre nella maggior parte delle regioni non sono stati impiegati funzionalmente, con il risultato che ancora oggi molti cittadini segnalano di essere stati abbandonati a casa col covid senza nessuna visita medica per giorni. A questo si aggiunge il sottoimpiego degli anticorpi monoclonali (secondo fonti giornalistiche in 7 mesi ne sono state somministrate solo 7500 infusioni a fronte di una disponibilità di 200000), dovuto anche alla precarietà di una medicina territoriale che, devastata dai tagli perpetrati dal governo Monti in poi in nome dell’Austerity, non si è più ripresa. E anche oggi, dopo l’amara lezione della pandemia da Covid-19, si continua a pensare di andare avanti col contagocce: nemmeno un euro del Recovery Plan andrà all’assunzione di personale sanitario e il documento di economia e finanza (il piano sull’impiego delle risorse Italiane nei prossimi tre anni) prevede di ritornare al solito finanziamento minimo alla Sanità. Senza un investimento poderoso nel personale chi manderà avanti le Case delle comunità tanto sbandierate da Speranza? Infine le misure di igiene: nelle scuole si crede che il Green pass al personale scolastico risolverà tutti i problemi? Il terzo anno scolastico dell’era Covid sta iniziando e non sono stati potenziati gli spazi per fare lezione, permangono le classi pollaio e i sistemi di sanificazione/ricambio dell’aria sono una chimera nelle nostre scuole. Tra l’altro oggi esistono i tamponi salivari, poco costosi, efficienti e facilissimi da usare. Perché il governo perde ancora tempo quando i tamponi salivari potrebbero essere una preziosissima arma per lo screening di scuole, università e luoghi di lavoro? Sono già in uso in altri paesi europei e in alcune regioni italiane ma il governo in aula ci ha fatto sapere che “ci deve ancora pensare".

Quali aspettative nutrite in ottica amministrative? Temete eccessivi incrementi di consenso nel centrodestra?

"Credo che questo rappresenti un periodo molto buio e di confusione per i cittadini. Tre anni fa quello che poteva essere il disagio sociale della popolazione è stato incanalato come fiducia ed energia non violenta nel M5S ma oggi, dopo poco, abbiamo assistito ad un voltafaccia del movimento su tutti i fronti e soprattutto ad una sua sterilizzazione e “normalizzazione” nel vecchio sistema partitico che ha annientato tutta la forza propulsiva dell’inizio. Di fronte a questo vuoto, molti possono essere fagocitati da facili slogan di finto cambiamento delle destre. Noi come L’Alternativa c’è ci stiamo dando uno statuto e stiamo costruendo una rete sui territori mettendo insieme chi è rimasto deluso dall’involuzione del M5S ma anche chi si vuole avvicinare dalla società civile e intellettuale per dare un contributo. Non abbiamo fretta né smania di presentarci a questo giro di amministrative, per ora vogliamo portare avanti con dignità il nostro mandato in Parlamento, portando avanti da soli le battaglie che altrimenti sarebbero dimenticate: penso all’esposto che abbiamo presentato contro la trattativa “regalo” tra Stato e Autostrade dopo la strage del Morandi, alla mozione per riconoscere la libertà ad Assange, alla battaglia contro i licenziamenti e contro la riforma della giustizia Cartabia che ci riporta indietro di anni, per non parlare delle mosse pericolose di questo governo sull’ambiente che cerchiamo di contrastare".

Sezione: Esclusive / Data: Mar 14 settembre 2021 alle 13:30
Autore: Luca Cavallero
vedi letture
Print