Dal caro bollette che sta caratterizzando da un bel po' di tempo la scansione finanziaria delle famiglie italiane, passando per la crescita del settore industriale. L'agenda politica muta di giorno in giorno e noi abbiamo approfondito le tematiche più calde del momento con Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega dal 2019.

Il caro bollette sta complicando i piani finanziari delle famiglie in seguito all’invasione russa in Ucraina. Quali sono i punti strutturali più significativi che l’Unione europea deve mettere in campo per contrastare la crisi energetica facendo respirare tante famiglie italiane?

"Dopo due anni di pandemia e a quasi un anno dall’inizio della guerra, l’Unione Europea non può più chiedere sacrifici a famiglie e imprese, ma ha il dovere di offrire soluzioni immediate e concrete alla crisi energetica e ai suoi drammatici effetti, come l’aumento dell’inflazione, delle nuove povertà e delle aziende sull’orlo della chiusura. Bruxelles non sembra rendersi conto a sufficienza delle sfide epocali che ci stanno di fronte e si muove con troppa lentezza e indecisione, mentre chi lavora e produce annaspa ogni giorno di più. Raggiunto un accordo sul tetto al prezzo del gas, fortemente voluto dal nostro Paese, i passi decisivi da compiere subito sono principalmente due. Il primo è mettere fine alle vergognose speculazioni sui costi dell’energia non solo per aiutare i cittadini e il mondo produttivo ma anche, in un’ottica geopolitica lungimirante, per non erodere ulteriormente il consenso dell’opinione pubblica al sostegno che l’UE sta offrendo all’Ucraina. Il secondo passo necessario è rendere più flessibile la tabella di marcia della transizione verde, divenuta incompatibile con la crisi in atto. Lo sforzo per adeguarsi agli obiettivi del Green Deal e del Fit for 55 genera infatti un aumento dei prezzi e rischia di consegnare l’industria europea nelle mani della Cina, che detiene il quasi totale monopolio delle tecnologie e delle materie prime per la transizione. La posta in gioco non è solo economica: in nome delle politiche ideologiche ed estremiste delle sinistre, rischiamo di svendere, insieme alla nostra sovranità produttiva, anche i valori e gli ideali dell’Europa, culla della civiltà e del diritto, a una delle potenze meno democratiche del pianeta.
Ecco perché siamo critici sull’elettrificazione spinta promossa da Bruxelles e perché chiediamo di poterci avvicinare alla neutralità climatica anche attraverso la neutralità tecnologica, scommettendo sulle diverse fonti energetiche a disposizione. Nella relazione sull’energia votata in plenaria, la Lega ha proposto, purtroppo inascoltata, una maggiore attenzione alle fonti rinnovabili programmabili come idroelettrico, geotermico e bioenergia.
Tra le misure strutturali per gli anni a venire, rivestono senz’altro grande importanza anche il nucleare di ultima generazione e la creazione di fabbriche di componentistica per le fonti rinnovabili, progetti che il governo italiano intende perseguire insieme alla ripresa dell’attività estrattiva e allo sblocco degli impianti per la produzione di energia eolica e idroelettrica.
Occorre infine un concreto richiamo delle istituzioni comunitarie a un maggiore rispetto tra i partner europei. Bruxelles non può chiudere un occhio di fronte al bazooka da 200 miliardi di euro deciso da Berlino per sostenere cittadini e imprese tedeschi, perché una mossa del genere produce inevitabili squilibri all’interno del mercato unico. Se non vogliamo indebolire ulteriormente l’Europa, è necessario frenare le corse in avanti di chi vuole ottenere vantaggi strategici per sé e non per l’UE nel suo complesso, in un momento in cui la solidarietà non è mai stata così cruciale per la sopravvivenza dell’Unione".

Tra i settori che hanno desiderio e capacità di risollevarsi vi è anche quello industriale. L’Italia, a suo avviso, possiede le tecnologie adeguate per seguire il passo delle nazioni Ue industrialmente più evolute? Quali tasti bisogna premere?

"L’Italia ha la seconda industria manifatturiera d’Europa e il Made in Italy è il marchio più conosciuto e apprezzato al mondo. Nonostante le previsioni parlino di un 2023 caratterizzato da un sensibile rallentamento dell’economia, il sistema produttivo nazionale ha in sé tutte le potenzialità per mantenere e per aumentare la propria competitività sul mercato europeo e internazionale. Il nostro punto forte è il “saper fare”. Occorre puntare su questo, valorizzando le eccellenze specifiche dei nostri territori, e togliendo di mezzo il più possibile gli ostacoli che frenano la ripresa: non solo il peso degli aumenti in bolletta, ma anche l’eccesso di burocrazia e l’insufficiente lotta alla contraffazione, che danneggia, insieme all’economia, anche la nostra immagine nel mondo. Il governo è partito con il piede giusto, affrontando innanzitutto l’emergenza del caro bollette, a cui seguiranno iniziative per modernizzare il Paese sotto il profilo delle infrastrutture e della digitalizzazione, necessarie per far ripartire del tutto il sistema industriale italiano. Per tutelare il nostro settore produttivo e commerciale, è inoltre essenziale tenere alta la guardia nei riguardi dell’Unione Europea, per poter fermare in tempo i tentativi di boicottaggio del Made in Italy, che Bruxelles sta portando avanti con determinazione da alcuni anni a questa parte: dal bollino Nutriscore, che sembra studiato per penalizzare la dieta mediterranea e avvantaggiare le multinazionali del cibo spazzatura, fino al via libera alla carne sintetica e al cibo a base di insetti, provvedimenti che minacciano pesantemente il nostro settore agroalimentare e tutta la filiera collegata. Oggi più che mai la Lega è orgogliosa delle battaglie condotte al Parlamento europeo contro queste manovre sul fronte alimentare così come delle battaglie fatte contro l’imposizione dell’auto elettrica in un tempo troppo ravvicinato e contro le nuove norme sugli imballaggi, che colpiscono duramente settori chiave della nostra economia".

Sezione: Esclusive / Data: Dom 08 gennaio 2023 alle 11:00
Autore: Niccolò Anfosso
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