Tanto il voto referendario, quanto le elezioni regionali sono stati interpretati, da una parte di opinione pubblica, quantomeno come un campanello d'allarme in casa Lega.

A spegnere sul nascere ogni possibile miccia anche Alberto Stefani, deputato veneto del Carroccio.

Cominciamo dal Veneto, dove Zaia ha stravinto. La prospettiva allieta Matteo Salvini? Si diceva che il suo intento fosse di provare a ridimensionarne la forza.

"Tutte fantasie. Zaia è un ottimo governatore e i veneti lo hanno confermato alla guida della regione. Si tratta di un risultato eccellente per la Lega, primo partito un po' ovunque in questa tornata di regionali".

In alcuni territori, tuttavia, avete perso terreno. Vedasi la Liguria...

"Ha vinto comunque Toti, candidatato del centrodestra, da noi sostenuto. Poi chiaro che in determinati territori, con governatori ben radicati, le liste o i partiti "civici" possono fare la differenza. Così è stato, appunto, in Liguria con Toti".

Se dovessimo stilare un bilancio? Si è ben lontani dal 7-0 prospettato da Salvini lo scorso 6 settembre...

"Mi chiedo cosa dovrebbero dire certi nostri avversari politici se si parla di flop in relazione a noi. La Lega ha fatto percentuali incredibili ovunque, anche in regioni - come la Toscana - dove in passato prendevamo anche percentuali da prefisso telefonico... Vedo che i 5 Stelle esultano, ma mi pare che tra noi e loro ci sia uno scarto imponente ovunque...".

Capitolo referendum: come Lega speravate tacitamente nella vittoria del no, così da poter indebolire il Governo Conte su una sua riforma campale?

"Assolutamente no. Come Lega abbiamo votato sì, coerentemente con un progetto di legge che è passato grazie al nostro voto decisivo, a differenza del Pd che ha votato due volte contro. Si tratta di una posizione sostenuta dalla Lega, rivendicata da qualche forza di governo come un successo politico personale".

Sezione: Esclusive / Data: Mer 23 settembre 2020 alle 14:30
Autore: Luca Cavallero
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