Tra i partiti di opposizione più ostili all'operato di Giuseppe Conte figura la Lega.

Nel corso dei suoi comizi, il leader del Carroccio - Matteo Salvini - non perde infatti occasione per ribadire un unico concetto: il governo attuale - a suo giudizio - è giunto al capolinea e sono necessarie nuove elezioni.

In merito a questi temi, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Vincenzo Sofo, eurodeputato leghista.

Fdi ha chiesto al governo più chiarezza sulla “questione Venezuela”. Siete sulla stessa lunghezza d’onda?

"Credo che si debba innanzitutto valutare bene la veridicità della notizia. Tuttavia, al di là di eventuali aspetti legali dei quali però nel caso si occuperà la magistratura, il problema politico sottostante al finanziamento di partiti italiani da parte di governi stranieri non sta tanto nel fatto che si tratti del Venezuela bensì nel fatto che per far sì che l'Italia costruisca si risollevi, cresca e avvii un proprio percorso di affermazione geopolitica abbiamo bisogno di una classe politica che risponda agli interessi del nostro Paese e non a quelli di potenze straniere".

A marzo Draghi suggerì una linea ben precisa per evitare il dissesto economico dell’Europa, poi è sparito dai radar. Nel frattempo l’Ue è arrivata ad un primo accordo sul Recovery Fund: ribadirete la vostra perplessità?

"Non si tratta di perplessità bensì di volontà di capire di che cosa si tratta concretamente. A oggi il Recovery Fund è una dichiarazione d'intenti piuttosto astratta e generica i cui pochi tratti noti sono già oggetto di guerra all'interno dell'UE, con i paesi del Nord e dell'Est già impegnati per cercare di ridurne l'importo totale, la quota a fondo perduto e la quota destinata a territori come il nostro. Il fondo per la transizione ecologica ad esempio guarda molto alla Polonia e poco all'Italia, la quale a mio avviso dovrebbe spingere il più possibile per far sì che queste risorse possano essere utilizzate per il finanziamento delle infrastrutture poiché l'Italia per rilanciarsi ha bisogno di far partire il motore del Sud e ciò è possibile solo se gli si danno quelle autostrade, quelle ferrovie ad alta velocità, quei porti e quegli aeroporti che gli consentono di comunicare e di commerciare con il resto del mondo. Infine c'è la questione delle condizionalità che per noi è dirimente perchè un conto è chiedere che i soldi vengano utilizzati in modo efficiente ed efficace per misure che effettivamente risollevino le economie, un'altro è legare l'erogazione a richieste di smantellamento del sistema sociale o di asset strategici".

In quanto le presidenziali USA influiranno sulle dinamiche politiche ed economiche Ue?

"La storia ci insegna che il colore politico della Casa Bianca influisce solo limitatamente nelle mosse americane poichè il loro deep state garantisce una sostanziale continuità strategica di medio-lungo termine. Ecco perchè credo che, a prescindere da chi sarà il prossimo presidente USA, sia necessaria un'assunzione di responsabilità da parte dei Paesi europei che non possono pensare di sonnecchiare tra le braccia di mamma America. Il destino d'Europa appartiene agli europei e sono loro a doverselo costruire, soprattutto ora che il mondo sta cambiando e accanto alla leadership per anni incontrastata degli Stati Uniti sta sorgendo un altro impero, la Cina, anch'essa con ambizioni nel nostro continente. L'Ue deve cogliere l'occasione della crisi per cambiare radicalmente il proprio approccio e capire che è il momento di valorizzare invece che di mortificare il potenziale dei suoi Stati membri e che se vuole sopravvivere e restare unita non può continuare a ignorare le istanze e le necessità del cosiddetto Sud Europa, che è bene ricordarlo rappresenta circa 200 milioni di europei, molti più dei famosi falchi del nord che tengono in ostaggio l'Ue.

Cosa replica a chi vi accusa di essere vicini a Stati come l’Olanda, non interessata alle problematiche degli altri stati, come l’Italia?

"Non vedo dove stia questa vicinanza. Per esempio, una delle mie prime iniziative da parlamentare è stata proprio di chiedere alla Commissione europea interventi contro la concorrenza fiscale sleale adoperata proprio da paesi come l'Olanda che sottraggono all'Italia, e non solo, diversi miliardi di euro l'anno di entrate fiscali. Per quanto mi riguarda, la visione di Europa dell'Olanda è esattamente il contrario di quello che dovrebbe essere lo spirito alla base del progetto europeo. Loro promuovono un'Europa che non sia altro che uno spazio commerciale votato alla concorrenza e al liberismo sfrenato per esaltare la vocazione mercantilista del proprio paese, noi dobbiamo proporre una visione di Europa potenzia che sia innanzitutto un tavolo di cooperazione politica per proteggere e sostenere le nostre economie e competere non all'interno bensì all'esterno del nostro continente per sederci da pari a pari con le altre potenze quando si tratta di determinare le dinamiche internazionali.

Nella Lega è tornata a prevalere un’anima “anti-euro”?

"Il problema dell'euro e dell'Europa è che così come sono fatte creano un innegabile vantaggio competitivo ad alcuni paesi a danno di altri, senza che tuttavia sia previsto un meccanismo di redistribuzione delle ricchezze ottenute dai primi verso i secondi. Se l'Europa vuole essere una comunità deve assolutamente correggere questa stortura, che altrimenti a un certo punto porterà a un'inevitabile frattura perchè si tratta di uno svantaggio non più sopportabile per noi e per altri paesi come noi. Personalmente non credo nella soluzione Italexit poichè, oltre ai dubbi sulla fattibilità pratica vista anche l'esperienza della Brexit, il rischio elevato è quello di credere di liberarsi dal giogo di un padrone per poi ritrovarsi sotto il giogo di un altro padrone. L'Europa è innanzitutto una civiltà, una civiltà alla quale apparteniamo e che in questi millenni abbiamo costruito da protagonisti. E' nostro compito e nostro destino lavorare per perpetuarla ma per farlo serve un nuovo patto fondativo tra Stati fondato sulla cooperazione e non sulla competizione. Il cosiddetto Recovery Fund potrebbe essere il momento per farlo? Perché ciò avvenga dovrebbe essere un piano di ricostruzione orientato verso una visione di Europa sociale".

Sezione: Esclusive / Data: Mer 17 giugno 2020 alle 13:30
Autore: Luca Cavallero
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