Sensibilizzare la tematica della sicurezza stradale è un aspetto fondamentale da imprimere nella mente di tutti i cittadini. A Roma, nel corso del ciclopellegrinaggio al Divino Amore, ieri si sono radunati 500 ciclisti al santuario romano per sottolineare le continue tragedie in strada, manifestando con un foulard bianco sventolato. L’argomento è scottante, ne abbiamo parlato con l’avvocato Carlo Iannelli, papà di Giovanni, ragazzo morto a 22 anni a causa di una bruttissima caduta in gara durante la volata finale del Circuito Molinese, svoltasi il 5 ottobre del 2019 a Molino dei Torti, in provincia di Alessandria.

Ci racconti la doverosa premessa che vuole fare.

"Nel caso di mio figlio Giovanni si deve parlare di sicurezza alle corse ciclistiche, in particolare di quelle competizioni organizzate da società affiliate alla federazione ciclistica italiana. Le associazioni dei corridori non ne hanno mai voluto parlare e l’aspetto è particolarmente grave. Ben vengano le campagne sulla sicurezza stradale, nel caso di mio figlio Giovanni dobbiamo fare delle doverose precisazioni. Mio figlio, ragazzo e corridore esemplare, è diventato un innominabile in questo ciclismo orrendo, disumano e agghiacciante. La federazione ciclistica italiana ha fatto di tutto per arrivare all’archiviazione, considerando la morte di Giovanni un banale incidente di corsa. Giovanni non è morto per un automobilista distratto, ma a 144 metri dalla linea d’arrivo di una corsa ciclistica".

Sicurezza stradale. I numeri sono purtroppo impietosi e continuano ad esserlo. Quanta sottovalutazione del governo c'è stata, anche paragonando i nostri esecutivi con quelli di altri Paesi, in cui vigono norme più stringenti e la sicurezza è trattata più seriamente?

“I lutti si dovevano e potevano evitare, nella maggior parte dei casi. L’Olanda è un altro pianeta rispetto all’Italia. Qui siamo all’età della pietra, alla Preistoria. Non cambierà nulla perché non importa a nessuno. Si procede con slogan, ognuno bada ai propri interessi economici, ma le azioni concrete dove sono? Escono fuori ogni volta che muore lo Scarponi di turno, Rebellin. Ci vogliono gesti pubblici evidenti. Per Giovanni non hanno speso una parola. Tutti nascosti a tutelare le proprie poltroncine.

Il deputato Berruto ne ha parlato alla Camera dei Deputati.

“Gli ho scritto decine di volte, non si è mai degnato di rispondermi per azioni concrete sugli omicidi stradali”.

Cosa si può fare per sensibilizzare la sicurezza stradale, partendo dai più giovani?

“È un discorso culturale, bisogna partire da piccoli, nelle scuole. Poi, le leggi ci sono, sono anche troppe, bisogna farle rispettare. E quando accadono delle tragedie bisogna andare fino in fondo, senza guardare in faccia nessuno”.

Sezione: Esclusive / Data: Lun 12 dicembre 2022 alle 14:00
Autore: Niccolò Anfosso
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