La partita elettorale in Liguria potrebbe concretamente rappresentare uno spartiacque senza precedenti.

Per la prima volta (con prospettive performanti) Pd, 5 Stelle e Articolo Uno hanno deciso di unire le forze, all'insegna di linee programmatiche progressiste, molto inclini a quelle proprie del Governo Conte II.

Il tutto all'insegna di una figura: Ferruccio Sansa. Di professione giornalista, profilo risultato conciliante tra le fazioni sopra citate.

Insomma: dall'esito Sansa potrebbe risultare pertanto l'apri-pista per una nuova area (o addirittura polo!), totalmente inedita a livello nazionale.

Partiamo dal principio: quali sono stati i fattori determinanti che l'hanno indotta a candidarsi?

"Direi il coraggio. Non tanto e non solo il mio - candidatura fa sempre rima con avventura - ma quello dei partiti che mi sostengono e che hanno accettato di mettersi in discussione, scegliendo proprio me, un giornalista che li aveva spesso criticati".

Quali sono i punti programmatici fondanti del programma da Lei rappresentato? 
 


"Faccio spesso l’esempio delle dita di una mano: sanità, ambiente, trasporti, cultura e innovazione, turismo. L’idea di fondo è realizzare un ‘modello Liguria’ che metterà insieme tutela dell’ambiente e lavoro per le imprese, proprio nel settore dell’edilizia. Il nostro progetto si ispira a quello proposto da Soru in Sardegna che fermò il cemento e il consumo del suolo, investendo 250 milioni per ridisegnare le periferie e recuperare i borghi storici della costa e dell’entroterra, troppo a lungo dimenticato. Così, oltre a salvare la nostra terra, si crea lavoro, si aiutano le imprese, e si dà impulso al turismo che vale dal 10 al 15 per cento del nostro pil. E si ottengono i finanziamenti europei: l’Ue destina centinaia di miliardi del proprio bilancio a investimenti nella cosiddetta “economia green”. Noi abbiamo la progettualità indispensabile per accedere alle risorse dell’Ue, che spesso non sono state utilizzate per incapacità. La Liguria sfrutta solo il 56,4 per cento di queste risorse. La vicina Toscana, per fare un esempio, arriva all’82,2. Un altro capitolo fondamentale è la sanità, che costituisce più dei 2/3 del bilancio di una Regione. In Liguria la giunta Toti sta compiendo un tentativo di privatizzazione “alla Lombarda”, che sta impoverendo gli ospedali e ha depredato il patrimonio costituito da ambulatori e strutture territoriali. Grazie ai fondi europei, noi assumeremo almeno mille tra medici, infermieri e tecnici per costruire una rete di assistenza a misura della Liguria, la regione più anziana d’Italia e con tanti piccoli centri sparsi nell’entroterra".

Come giudica l’operato del suo competitor Toti?



"Un disastro dal punto di vista dei liguri, un successo dal punto di vista dei potentati che lo sostengono. Toti identifica la politica con la propaganda e per questo ha speso 2 milioni dei nostri soldi in pubblicità istituzionale e contributi a organi di informazione, a cominciare dal quasi mezzo milione erogato a una tv privata. E’ abilissimo a prendersi i meriti degli altri - vedi ponte di Genova - e a scaricare su altri le proprie lacune; vedi il collasso della rete autostradale, su cui non ha esercitato i poteri che la legge attribuisce alle Regioni. Dopo cinque anni di centrodestra la Liguria ha il record di disoccupazione tra le regioni del Nord. I nostri neolaureati sono costretti a emigrare per mancanza di occasioni. Le start up languono rispetto ad altre regioni. In pochi anni quasi 800 attività si sono cancellate dal registro di Unioncamere. Lui tenta di definirsi come uomo del fare, ma ha fatto veramente poco e quando ha fatto - vedi privatizzazioni di sanità o riduzione dei parchi - ha peggiorato le cose. A maggio siamo stati la regione con il maggior numero di morti per Covid in rapporto agli abitanti. Non è nemmeno riuscito a spendere tutti i fondi che il governo ha stanziato per le imprese colpite dal crollo del ponte Morandi: avanzano 13 milioni e in molti non hanno ancora visto un euro".

In Liguria, Lei rappresenta la figura di convergenza tra le forze a sostegno del governo nazionale. Ritiene che una coalizione, costruita secondo il modello di quella a Lei favorevole, rappresenti una futura area politica, di riferimento per molte istanze ideologiche/programmatiche? 



"A Roma c'è un governo che sta lavorando bene, come dimostrano la gestione dell'emergenza Covid, della concessione ad Autostrade e la trattativa con l'Europa. Ma è una coalizione che deve ancora trovare compiutamente un'identità. E l'identità non si trova a Roma, ma sui territori. Qui in Liguria donne e uomini del PD, dei Cinque Stelle, della sinistra e dei Verdi lavorano insieme. Sta nascendo una rete umana e politica. Ecco che la coalizione diventa vera".

Sezione: Esclusive / Data: Mar 04 agosto 2020 alle 09:47
Autore: Luca Cavallero
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