Politicanews.it ha intervistato in esclusiva Andrea Catarci, assessore al Decentramento, alla Partecipazione e Servizi al territorio per la città dei 15 minuti della giunta Gualtieri. Presidente dell'VIII Municipio, ex XI, dal 2006 al 2016. E' stato segretario di Rifondazione Comunista a Garbatella, ora coordina il comitato scientifico di Liberare Roma

I “servizi al territorio per la città dei 15 minuti” sono una delega del tutto nuova. Come ci si è arrivati e in cosa consiste?  

"Le deleghe che il Sindaco mi ha affidato sono frutto di un ragionamento condiviso sia per quanto riguardai servizi al territorio per la città dei 15 minuti che per il decentramento e la partecipazione.

La città dei 15 minuti fa riferimento alla visione elaborata dal professor Carlos Moreno della Sorbona che poi è diventato il punto di forza della campagna elettorale della confermata sindaco Anne Hidalgo di Parigi. Cosa significa? Entro il tempo massimo di 15 minuti la cittadinanza deve essere nelle condizioni di raggiungere una serie di servizi fondamentali: un parco, uno spazio verde, una fermata di trasporto pubblico su rotaia, una scuola, un luogo di sport, un luogo per il lavoro collettivo, un presidio socio sanitario, un centro culturale. L’idea è quella di portare i servizi laddove mancano.

Il piano regolatore approvato nel 2008 ne prevedeva una parte ma in molti casi sono state realizzatele parti commerciali e residenziali.

L’idea è quella di sviluppare nuove centralità urbane, di andare a implementare i servizi quartiere per quartiere non nell’ottica di definire piccole isolefelici ma in quella dei servizi integrati e della mobilità sostenibile. Vogliamo proporre una nuova narrazione della citta basata su 4 pilastri: uguaglianza inclusione partecipazione e sostenibilità.

In quest’ottica ad esempio sul fronte dei trasporti, che rientrano nella delega del collega Patanè, alle grandi infrastrutture e alle nuove linee metropolitane vanno affiancati tanti interventi minuti in superficie che costano meno e che hanno meno difficolta nell’attuazione, guardando ai collegamenti tra i quartieri e non solo a quelli di questi ultimi con il centro.

I trasporti sono uno dei problemi della nostra città. E’una città dove vanno potenziati i mezzi pubblici. C’è una metro C da riprendere e concludere in tutte le sue tappe, una metro che non deve arrivare ai Fori Imperiali ma a Grottarossa e da questo punto di vista bisogna riprendere e concludere trovando i finanziamenti. La metro D va invece riprogrammata, il progetto va rivisto nella sua fattibilità tecnica e operativa ovviamente non si riuscirà a farlo in breve. Se cosi fosse avrebbero già trovato spazio nel pnrr invece non c’è ancora pronta una fattibilità tecnico economica.

C’è una mobilità sostenibile da sviluppare, con piste ciclabili e spazi pedonali, come le forme di sharing che però hanno bisogno di regole più chiare. Anche il Tevere nel tratto che attraversa il centro della città potrebbe costituire una importante via di trasporto sui cui lavoreremo nei prossimi mesi".

Quale è l’obiettivo immediato della città dei 15 minuti?

"L’obiettivo immediato è costruire una sorta di piano regolatore della città dei 15 minuti o meglio un piano della rigenerazione sociale per avere un quadro di come è fatta la città, dei servizi che ci sono e di quelli che mancano con una operazione di georeferenzialità.

Oltre alla struttura amministrativa, per fare ciò si tenterà di coinvolgere anche personalità del mondo universitario e della cultura in generale, attraverso un comitato scientifico ad hoc.

Si lavorerà trasversalmente insieme ad altri assessorati puntando a utilizzare tanto le risorse ordinarie quanto quelle straordinarie messe a disposizione dal Pnrr e dai fondi strutturali".

Le ultime elezioni hanno evidenziato una lontananza dei cittadini dalla politica e dai loro rappresentanti, questo vuol dire cercare di ricostruire un rapporto e una credibilità?

"Sì penso che in questo momento ci sia una distanza enorme trai cittadini e la politica. Alle ultime elezioni il Sindaco Gualtieri e lo schieramento democratico sono risultati i più credibili tra le opzioni in campo all’interno di un un quadro di scarsa credibilità della politica.

Credo che uno dei primi obiettivi dell’esperienza amministrativa che muove i primi passi sarà proprio quello di ristabilire dei nessi con la cittadinanza, puntando con decisione su partecipazione, trasparenza e condivisione".

Parliamo della delega al decentramento: come si rimette in moto?

"Si rimette in moto con uno sforzo comune del centro e dei municipi finalizzato a razionalizzare una macchina che oggi è schizofrenica, che duplica funzionie disperde tempo ed energie. All’interno di una siffatta riforma i municipi vanno valorizzati perché una città grande e complessa come Roma non si governa solo dal centro.

I municipi vanno potenziati con nuove funzioni e dotati delle necessarie risorse umane, economiche e strumentali per renderle effettive.

Faccio un esempio concreto.

Una delle prime cose che proporremo ai municipi è l’assunzione di responsabilità sulla gestione sulle aree verdi fino 20 mila mq.

Altre cose si possono fare a regolamento immutato per esempio  sulla manutenzione di una parte del patrimonio pubblico e demaniale e in materia di Stato Civile. Poi bisognerà mettere le mani al regolamento del decentramento amministrativo che è del 1999 e, malgrado qualche parziale modifica, va completamente riscritto.

Bisogna inoltre incrementare l’autonomia di bilancio dei municipi, riprendendo le modifiche all’articolo 46 del regolamento del decentramento introdotte nel 2015.

Inoltre, bisogna favorire una interlocuzione diretta e sistematica dei municipi con le aziende di servizi e con la polizia locale, definendo una sede istituzionale in cui gli enti di prossimità possano fornire le relative indicazioni.

Sempre a regolamento vigente, infine, si può andare a lavorare sull’ aumento di autonomia patrimoniale ed economica dei municipi".

La terza delega che il sindaco ti ha affidato è quella alla partecipazione.

"La delega alla partecipazione si lega a doppio filo alle altre due, essendo determinante sia per la riforma amministrativa che per la città dei 15 minuti. Occorre rafforzare la collaborazione, la condivisione e la co-gestione tra cittadini e istituzioni, online e in presenza, anche attraverso trasparenza, informazione e formazione alla cultura digitale. Chi vive e lavora in un territorio ne è il miglior osservatore, tanto delle ricchezze quanto dei limiti e delle contraddizioni. Con le politiche della partecipazione si mira anche ad avere informazioni indispensabili ai processi amministrativi".

Quando sentiamo i cittadini lamentarsi per tutto quello che non va soprattutto per un reddito di cittadinanza che divide oggi molto sia la classe politica che i cittadini come ti poni?

"Tutti i paesi europei  hanno forme di sostegno al reddito svincolato dal lavoro, anche in Italia ce n’è bisogno tanto più dopo che la crisi pandemica ha aggravato le contraddizioni economiche e sociali. Le difficoltà a maturare un reddito decente generano cattiveria e minano la coesione delle comunità. Il reddito di cittadinanza va migliorato nella sua attuazione concreta tenendo conto di questi aspetti".

Sezione: Esclusive / Data: Gio 25 novembre 2021 alle 10:00 / Fonte: di Susanna Marcellini per Politicanews.it
Autore: Redazione PN
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