Una situazione economica che deve necessariamente passare da una fase di emergenza a quella di ripartenza, i rapporti delicati all’interno della maggioranza, anche rispetto ad alcune scelte che dovranno essere fatte a breve, ed una panoramica sulle prossime elezioni regionali, dove in alcune regioni Italia Viva, si presenterà da sola in contrapposizione al resto del centro sinistra. Di tutto questo abbiamo parlato con l’onorevole Roberto Giachetti in esclusiva per Politicanews

 Onorevole, il paese prova faticosamente a rialzarsi. I dati ad oggi però non sono buoni. Qualcosa potrà cambiare con il decreto agosto?

"Ce lo auguriamo tutti! E dobbiamo augurarcelo tutti e fare in modo che sia così.Nessuno si aspettava quest’anno di dover fronteggiare un’emergenza come quella che ha investito il nostro Paese e che è stata, ed è ancora, un’emergenza globale. Camera e Senato hanno approvato pochi giorni fa il terzo scostamento di Bilancio del 2020. Parliamo di 25 miliardi di euro che servono a finanziare proprio il cosidetto Decreto Agosto che conterrà misure a sostegno del lavoro, delle regioni e degli enti locali, per il rinvio delle tasse e ancora per dare ulteriori fondi alla scuola e al fondo di garanzia per PMI. Dobbiamo però fare in modo che questo terzo scostamento non sia come i due precedenti che erano necessari per difendersi da una situazione di perdita e di estrema difficoltà. Deve essere uno strumento che riavvii il motore della crescita. L’obiettivo è che torni a salire il tasso di crescita della nostra economia."

 A proposito di questo, lo stato di emergenza prorogato sino ad ottobre. Scelta inevitabile?

"Come lei sa inizialmente si voleva prorogare lo stato di emergenza fino a dicembre, Italia viva era contraria a questa ulteriore proroga perché se è vero che il Covid c’è ancora, e non possiamo negarlo, i numeri ci dicono che le persone in terapia intensiva sono sempre meno e anche i nuovi contagi sono in calo. Questa data è stata quindi il frutto di un compromesso, io personalmente penso che anche la proroga fino a ottobre sia eccessiva, ma a parte questo il punto è che adesso dobbiamo concentrarci su altre emergenze, per esempio delle 500mila persone che hanno perso il posto di lavoro."

I rapporti all'interno della maggioranza non sono proprio idilliaci. Sul Mes verrà trovata un'intesa?

"C’è una parte della maggioranza che deve abbandonare certe posizioni ideologiche perché l’accordo trovato a Bruxelles su Recovery Fund è sicuramente un risultato importante ma non basta. L’Italia deve assolutamente utilizzare tutti gli strumenti offerti dall’Europa. I soldi del MES sono immediati, hanno meno condizionalità rispetto al Recovery Fund e sono risorse fondamentali per la nostra sanità. Si tratta di buon senso. Ma se non arriverà per scelta politica sicuramente l’intesa arriverà perché ad imporla sarà la realtà dei fatti."  

In vista delle regionali come Italia viva avete deciso di appoggiare alcuni candidati del PD, vedi la Toscana, ma anche di andare da soli come in Puglia? Scelta che rischia di favorire il centro destra?

"Non credo sarà così! E non ci si candida da soli per danneggiare qualcuno. Dove siamo andati da soli è perché era impossibile appoggiare i nomi già in campo.  In Puglia se non ci fosse stata la candidatura di Ivan Scalfarotto i cittadini avrebbe dovuto scegliere tra tre declinazioni del populismo: il populismo sovranista di Meloni e Salvini, la decrescita infelice dei 5 Stelle e il populismo istituzionale, quello di palazzo, di Emiliano. Ora hanno l’opportunità di votare una persona che privilegia i contenuti e propone una visione riformista, moderna e non populista. Fitto e Emiliano sono la stessa cosa. Il primo ha già fallito in quella regione, il secondo in questi ultimi cinque anni è stato più occupato a creare un sistema di potere personale che altro e lo testimonia il fatto che la Puglia non aveva un assessore alla sanità e infatti la gestione della sanità è stata inesistente e la xylella  è arrivata fino a Bari perché Emiliano ha rincorso le peggiori posizioni antiscientifiche." 

Tra meno di un anno si voterà a Roma. Come giudica il lavoro di Virginia Raggi?

"Nel 2016 in campagna elettorale come avversario di Virginia Raggi ho sempre sostenuto che uno dei più grandi limiti della sua proposta fosse la mancanza di una visione per il futuro. Roma era già in una condizione difficile ed è peggiorata su tutti i fronti e non sono io a dirlo, basta guardarsi intorno e ascoltare quello che dicono i cittadini. Un sondaggio del Sole 24 ore di poche settimane fa dimostrava che nell’80 per cento dei casi gli italiani approvano l’operato dei loro sindaci, tra le pochissime eccezioni quella con i numeri più eclatanti in negativo era quella di Roma e di Virginia Raggi che raccoglie solo poco più del 30 per cento dei consensi da parte dei romani. Non credo occorra aggiungere altro."

Sezione: Esclusive / Data: Sab 01 agosto 2020 alle 13:30
Autore: Alessandro Santarelli
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