In Veneto il centrosinistra si presenterà pressochè compatto contro Luca Zaia, salvo l'esclusione dei 5 Stelle che correranno autonomamente.

Nella contrapposizione al governatore della regione sopra citata, si è scelto di individuare un percorso trasversale: da forze politiche (com pd e Articolo Uno), sino a movimenti e liste civiche, a sostegno di un unico candidato: Arturo Lorenzoni.

In merito a ciò, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Sara Quaglia, a rappresentanza della lista "Il Veneto che Vogliamo", a sostegno di Arturo Lorenzoni.

Quali aspettative nutrite, concretamente, come centrosinistra nella partita elettorale in Veneto?

"In Veneto sappiamo che sarà una partita difficile, probabilmente la più difficile che la sinistra dovrà affrontare nelle varie elezioni regionali. È una partita che intendiamo comunque giocare, 25 anni di centro destra, gli ultimi 10 a traino leghista hanno provocato grandi danni al nostro territorio e alla nostra comunità, è arrivato il momento di cambiare, è anche per questo motivo che personalmente mi sono messa in gioco. Il Vcv si propone di governare la regione con un programma innovativo, in contrapposizione a quella che è stata la politica di destra degli ultimi vent'anni, una politica che dia priorità alla sanità pubblica e per tutti, aumentando le spese in questo settore non diminuendo, una politica che ponga attenzione all'ambiente, alle pari opportunità, ad un sistema di accoglienza diffusa, una lista composta da persone giovani e competenti, il nostro territorio ha bisogno di innovazione e rinnovamento, a partire dalla politica, ci proponiamo di partire da qui".

Come a gestito, a suo giudizio L'emergenza Coronavirus Luca Zaia? Pare sia stato il governatore migliore, insieme a De Luca...

"Penso che l'emergenza Covid abbia messo in luce numerosi aspetti problematici e carenze della politica di Zaia di questi anni. La politica di Zaia nella gestione dell'emergenza è stata quasi schizofrenica: apriamo tutto, chiudiamo tutto, zona rossa non zona rossa, a salvare la nostra regione è stato il lavoro del personale sanitario e degli esperti a cui si è inizialmente affidato, tra tutti Crisanti, liquidato non appena è diventato scomodo. Il Veneto non si è salvato per le politiche di Zaia, ma nonostante Zaia, e per questo appunto dobbiamo ringraziare il personale scientifico e sanitario. Le carenze evidenziate sono in primis quelle di una privatizzazione sempre maggiore della sanità pubblica, abbiamo riscoperto il valore del diritto universale alla salute proprio in questi mesi. Ma pensiamo anche alla mancanza di politiche efficienti per il trasporto pubblico, o all'accoglienza diffusa sul territorio per i migranti, invece di caserme lager che non garantivano standard minimi di accoglienza prima, sicuramente non possono farlo ora in una situazione così delicata".

Sezione: Esclusive / Data: Sab 29 agosto 2020 alle 20:30
Autore: Luca Cavallero
vedi letture
Print