In merito al nuovo impatto del Covid sull'Italia e ai possibili sviluppi, in termini di restrizioni e contenimento, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'istituto Lazzaro Spallanzani e membro del Comitato Tecnico Scientifico.

Quali sono le cause legate all’incremento dilagante dei contagi in tutto il paese?

"L’incremento dei casi dipende da tanti fattori: l’onda lunga delle vacanze ormai quasi esaurita, un abbassamento della guardia sulle misure di distanziamento e sull’utilizzo delle mascherine, l’aumento della mobilità connessa alla ripresa delle attività lavorative, la forte presenza di nuclei familiari dove convivono bambini e persone anziane. Molto influisce anche il fatto che, mentre a marzo-aprile si facevano i tamponi soltanto ai sintomatici, oggi si fa moltissimo tracciamento di contatti e screening. Nel momento peggiore della prima ondata si facevano circa 30.000 tamponi al giorno; oggi siamo stabilmente intorno ai 150.000, ai quali vanno aggiunti i tamponi rapidi antigenici: logico che si intercettino tanti casi asintomatici o debolmente sintomatici che qualche mese fa passavano sotto traccia".

Sarà necessario attuare un nuovo lockdown generale?

"Io mi auguro, come tutti, di no, ma saranno i numeri a guidare le scelte del Governo. Ogni misura deve essere proporzionata al rischio che si cerca di evitare ed alla consapevolezza del danno anche economico che essa può provocare. Gli indicatori principali rimangono il numero delle ospedalizzazioni e l’occupazione delle terapie intensive".

L’emblema degli atleti positivi è Cristiano Ronaldo. Nel corso della prima ondata non si erano verificati, frequentemente, casi analoghi: il virus è maggiormente contagioso rispetto a prima? 

"La risposta è la stessa: oggi ci sono più positivi, anche tra i calciatori, perché si fanno più test e, nello specifico, il calcio in collaborazione col Ministero della Salute si è dato delle regole per poter proseguire le attività. Che Ronaldo sia positivo vuol dire che il virus, a suo modo, è democratico e non fa distinzioni: ne sa qualcosa anche il presidente USA Trump".

Il protocollo adottato dalla Lega Serie A è pienamente garanzia di sicurezza?

"Nessun protocollo garantisce al 100%, il rischio zero non esiste. I protocolli e le linee guida, che sono stati realizzati dalle categorie produttive in collaborazione con il CTS e con il Ministero della Salute e grazie all’insostituibile apporto dell’INAIL, servono per permettere ai settori produttivi – e il calcio professionistico, che muove tanti soldi, è uno di questi – di poter continuare ad operare al meglio in un contesto complicato come quello attuale. Naturalmente con l’evoluzione della situazione anche i protocolli possono essere aggiornati e modificati, ma da quello che ho letto distrattamente negli ultimi giorni – non seguo lo sport, scusatemi – le squadre di calcio prima di pensare a modificare il protocollo esistente dovrebbero cominciare ad applicarlo come si deve".

Come commenta l’ipotesi di una bolla “modello NBA” per garantire il regolare proseguimento della Serie A, alla luce dei numerosi casi positivi?

"La NBA, con uno sforzo organizzativo eccezionale, è riuscita a completare il campionato chiudendo per tre mesi venti squadre di basket – circa cinquecento persone tra giocatori e staff - in un parco di divertimenti, e giocando circa due partite al giorno. Qui dovremmo fare la stessa cosa, ma dovremmo segregare molte più persone per molto più tempo. E dove la faremmo questa bolla, a Gardaland? Poi ci sono le partite delle nazionali, e le coppe europee. No, onestamente mi sembra una ipotesi irrealistica, ma io di sport mi intendo poco".

Sezione: Esclusive / Data: Dom 18 ottobre 2020 alle 16:33
Autore: Luca Cavallero
vedi letture
Print