Negli scorsi giorni abbiamo approfondito in esclusiva la tematica della cybersecurity, che nel corso degli anni ha assunto molta rilevanza, considerando l'attualità e i conflitti ibridi che la Russia ha scatenato in Ucraina ma con un occhio anche in altre zone del mondo. La redazione di PoliticaNews.it ha intervistato il prof. Ranieri Razzante, docente di tecniche e legislazione sulla cybersecurity all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, già consigliere sulla materia del governo Draghi.

A Tallinn, in Estonia, molte nazioni della NATO si sono riunite per implementare i meccanismi di cybersecurity. In Ucraina si combatte un conflitto convenzionale, ma ibrido. Quanto è importante farsi trovare preparati su quel lato e il lavoro dell’Italia su quali pilastri si basa? 

"L'Italia sta facendo un percorso virtuoso verso la rimozione di alcuni gap che già il governo Draghi aveva rilevato nell'organizzazione della PA. Le nostre infrastrutture critiche sono ben protette, ma le Pubbliche amministrazioni dovranno sfruttare adeguatamente gli stanziamenti del pnrr e le loro competenze per adeguare i loro sistemi di protezione cyber. Non possiamo permetterci sbavature in questo momento storico, e non solo per il periodo di guerra ibrida, che in realtà non nasce con quella Russo-ucraina ma ben prima, col terrorismo islamico almeno dal 2001. Spero che gli impegni di Tallin vengano rispettati da tutti, serve un maggiore coordinamento a livello Ue e Nato sulla cybersecurity, a livello di norme ma soprattutto autorità e difesa. L'Italia, con la costituzione dell'agenzia nazionale e le forze di Polizia già in campo per la protezione cibernetica, è al passo con le più avanzate tecnologie difensive; così mi sento di dire per la nostra Difesa e i Servizi, ma la guardia deve restare alta e le sottovalutazioni del passato sullo spazio immenso creato dal web non devono più avvenire".

Nel 2007 proprio l'Estonia subì un attacco cyber che compromise le funzioni di numerosi servizi istituzionali. Facendo tesoro di questa spiacevolissima esperienza, è diventata nel corso degli anni uno dei punti di riferimento internazionale per il settore digitale e della cybersecurity. Può essere un modello paradigmatico per l'Europa?

"L'Estonia può essere un modello, per quanto possibile lo stiamo esaminando. Ma ribadisco che il modello di difesa cyber deve essere lo stesso della difesa convenzionale: deterrenza, attribuzione, difesa e contrattacco. Serve inoltre un nuovo diritto penale di internet, che non mi pare in Europa sia ancora cristalizzato".

Sezione: Esclusive / Data: Gio 05 gennaio 2023 alle 11:00
Autore: Niccolò Anfosso
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