L'agenda politica si costruisce giorno dopo giorno con l'evolversi dell'arco temporale. Per gli argomenti più caldi della discussione la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato Elisabetta Piccolotti, esponente di Sinistra Italiana.

L’Unione europea è nata per porre fine ai conflitti culminati con la Seconda guerra mondiale. Il mondo occidentale sta vivendo una situazione di instabilità permanente. Citiamo la crudeltà del regime islamico iraniano, l'invasione russa in ucraina, la tensione tra le due coree, quella tra Serbia e Kosovo. Senza dimenticare la privazione dei diritti in Afghanistan ad opera del regime dei talebani. Il 2022 ci ha riportato indietro nella storia?

"Uno dei principi fondanti dell’Unione Europea era quello della solidarietà, tra i paesi membri ma anche verso il resto del mondo. Oggi quel principio si è perso. Il Gruppo di Visegrád sembra pensare solo ai suoi interessi, in un’ottica di stampo nazionalista e protezionista. E pensare che la destra nostrana guarda con ammirazioni alle politiche ungheresi e polacche. Ma l’esempio più lampante è poco a sud di Lampedusa, dove si estende la frontiera più letale del mondo, quella del Mediterraneo centrale: non c’è una missione di ricerca e soccorso comunitaria, né un progetto comune di asilo e accoglienza. Fuori dall’Europa, rispetto ai conflitti che cita, vorrei aggiungere la persecuzione del popolo curdo da parte della Turchia, la recrudescenza dell’oppressione al popolo palestinese, la persecuzione del popolo Saharawi da parte del Marocco e più in generale l’offensiva contro i diritti umani che dilaga nel mondo, ad esempio nei ricchi stati del Golfo, che ci fa comodo non vedere perché organizzano i mondiali, ci vendono il gas o costruiscono grattacieli nelle nostre città. Se dovessimo fermaci a una luce di speranza guarderei all’Iran, dove ci troviamo di fronte ad una rivolta che, nonostante una repressione brutale, per la prima volta vede le donne in prima linea con un coraggio che ha molto da insegnare anche a noi occidentali. Il loro slogan, donna, pace, libertà, è composto di tre parole semplici che raccontano un mondo".
 

La manovra di Bilancio ha visto alcune retromarce rilevanti. Nel mirino dell’esecutivo Meloni parevano esserci le restrizioni su pos e il tetto al contante. Con la flat tax vi è il concreto rischio di tassare pesantemente la classe media. Bankitalia, qualche giorno fa, aveva etichettato le mosse sul piano economico come un netto arretramento del Paese. Qual è la sua visione d’insieme dei punti cardini della manovra?

"In estrema sintesi: è una manovra che punisce i poveri e che premia i ricchi, che penalizza e svilisce i servizi pubblici, la scuola, la sanità e strizza l’occhio agli evasori. In più non c’è un’idea di paese né di futuro, manca una politica industriale, una politica sociale, una politica ambientale. Forti con i deboli e deboli con i forti. Per fare cose che servono davvero agli italiani, pensiamo ai libri scolastici gratuiti o al fondo per gli asili nido per tutte e tutti, andavano prese le risorse dove si trovavano, ad esempio tassando al 100% gli extra-profitti generati dalla speculazione delle grandi compagnie energetiche, come avevamo proposto in Parlamento. Niente di tutto questo. Si è preferito demolire il reddito di cittadinanza, la più importante misura nel nostro paese contro la povertà per regalare un miliardo alle ricche società di serie A. Si è preferito fare dodici sanatorie per aiutare chi si è dimenticato di pagare le tasse rispetto alla lotta all’evasione. Si è preferito pensare a chi ha il problema di spendere troppo contante rispetto ai problemi di chi di contante non ha proprio".
 

Zelensky negli Stati Uniti per incontrare Biden. L’America vuole fornire i missili Patriot all’Ucraina. Nel frattempo Putin ha anticipato di voler rafforzare la posizione militare nella parte ovest del Paese perché intravede nelle basi Nato in Europa un potenziale pericolo per la sicurezza della Russia. Che ha già annunciato di proseguire le attività belliche in Ucraina anche nel 2023. C’è il rischio di un allargamento del conflitto? La diplomazia, eventualmente, può prevenirlo?    

​ "Il 2022 sarà ricordato come l’anno in cui la guerra è tornata in Europa, con l’aggressione russa all’Ucraina e le conseguenti sofferenze per la popolazione civile. Credevamo di essere pronti a risolvere ogni crisi con la diplomazia, invece le democrazie occidentali, l’Unione Europea ma anche gli Stati Uniti, non sono state fino ad ora capaci di dare risposte efficaci in questo senso. L’unica risposta che è stata data ad oggi è l’invio di armi all’Ucraina che, se da una parte tutela la difesa del popolo ucraino e del suo territorio, dall’altra alimenta l’escalation del conflitto in una guerra permanente che può fare solo più morti e causare più sofferenze. Prima da soli, poi con una convergenza sempre più ampia delle opposizioni, ci siamo impegnati dentro e fuori dal Parlamento per stimolare una risposta diplomatica al conflitto. La strada di un tavolo della pace è l’unica possibile e deve coinvolgere tutti gli attori in campo: Russia, Ucraina, Unione Europea e le altre potenze mondiali come la Cina. Mi pare che piano piano ci stiano arrivando, anche da parte dei più pragmatici, come i vertici militari statunitensi. Per fare la pace dobbiamo preparare la pace, noi lavoriamo per questo e per dare voce a tante e tanti che la chiedono dentro e fuori le piazze".

Sezione: Esclusive / Data: Mer 04 gennaio 2023 alle 11:00
Autore: Niccolò Anfosso
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