Come risollevare le sorti del Partito Democratico dopo la debacle alle elezioni di settembre? Partire dal territorio per concentrarsi su un progressivo ampliamento del bacino elettorale potrebbe essere una strada. Non l’unica, come evidenziato nel corso dell’intervista che PoliticaNews.it ha realizzato a Rosario Perri, membro dell’assemblea PD regione Calabria.

Congresso PD: quali sono i tratti salienti per risollevare il partito?

“ll partito, da quando è nato, è apparso come un partito chiuso in se stesso. Non a caso tutti i sindaci, espressione del Pd, nelle varie campagne elettorali hanno sempre fatto ricorso a movimenti civici, molto spesso personalistici. Sono davvero pochi gli uomini e le donne libere che nel partito si sono potuti esprimere liberamente senza condizionamenti di capi corrente. Tutti gli altri hanno continuato il proprio percorso fuori dal partito. Se vorremo continuare a dire la nostra nel paese e nella regione, sarà necessario essere più chiari nelle nostre proposte. A volte anche io ho difficoltà a capire come la pensiamo. Il problema non è tanto scegliere la categoria politica, ma essere netti su che Italia e, soprattutto, che regione vogliamo, avendo chiaro che viviamo nella più bella regione d’Italia”.

Su cosa si sta concentrando maggiormente il Pd in Calabria?

Innanzitutto dovrebbe concentrarsi su un progetto capace di far tornare tutti quei ragazzi e quelle ragazze che ogni anno scelgono di lasciare la Calabria perché qui trovano solo mortificazioni. E sono tanti o meglio tantissimi i talenti che si formano nelle nostre università per poi essere obbligati a partire. L’Unical, ad esempio, fu una grande intuizione che permise di creare una fiorente classe dirigente. Certo, chi ebbe quell’idea straordinaria immaginava di non dover vedere l’esodo che invece oggi è una realtà. Ma questo è solo uno degli aspetti. Dovremmo potenziare i collegamenti con una rete ferroviaria degna di questo nome e capace di accorciare le distanze con il resto delle regioni e quindi con l’Europa, ma anche semplicemente per collegarne le nostre zone interne. Non è normale che le università non siano ben collegate con il reso dei comuni. E, poi, ancora, un deciso contrasto alla criminalità organizzata, oltre alla rivoluzione all’interno del mondo della sanità, che come appare in Calabria non è certo degna di un paese civile. E poi ancora lavoro. Lavoro e ancora lavoro”.

Negli scorsi giorni a Reggio Calabria c’è stata una manifestazione contro la giunta comunale. Il caro bollette colpisce inevitabilmente le piccole attività. Quale soluzione intravede a breve termine per contrastare questo problema?

“Penso che Falcomatà stia facendo un grande lavoro in una città bellissima ma con grandi problemi che nel corso degli anni si sono moltiplicati. Reggio mi piace molto, ma non essendo reggino non posso dire altro. Certo i comuni funzionano come una catena di montaggio, se va in crisi un solo elemento tutta la catena ne risente. Reggio non è facile da amministrare, ovviamente i cittadini voglio vivere in una grande città con tutti i vantaggi che che le grandi città offrono. Ci sarà ancora tanto da lavorare, ma prima o poi Roma dovrà tornare ad occuparsi del Sud in maniera seria. Se la risposta è il regionalismo differenziato temo siamo fuori strada”.

Manovra di Bilancio. Cosa risponde alla frase: “Meno interventi fa lo Stato più libertà hanno i cittadini?”

“Mi viene in mente il bel libro ‘il Castello’ di Kafka. La vera libertà i cittadini la trovano in una Stato che funziona. Se non funziona l’uomo si sente alienato e frustrato. Ma se questo contribuisce al suo benessere e alla sua libertà, garantendo diritti e servizi, diventa fondamentale. Meno Stato significa dare più potere a chi ce l’ha già, lasciando sole le fasce più deboli e indifese della società. A me una società così farebbe rabbrividire”.

Sezione: Esclusive / Data: Ven 09 dicembre 2022 alle 11:00
Autore: Niccolò Anfosso
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