Riguardo all'attualità politica, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Nicola Pellicani, deputato quota Pd.

Come Pd sosterrete Draghi, al pari dei vostri ex alleati nel Conte II, ma anche di Berlusconi e Salvini...

"Dopo il fallimento del tentativo di costituire un Conte-ter con la stessa maggioranza del precedente governo, la scelta di Mattarella è stata ineccepibile. L’unica alternativa sarebbe stato il voto. Ma Il Presidente ha spiegato in modo puntuale le ragioni per cui il ricorso alle elezioni avrebbe avuto potuto avere conseguenze molto pesanti sul piano sanitario per diffusione della pandemia, oltre che sul piano politico, in particolare in relazione all’urgenza di predisporre il Recovery Plan, che rappresenta un’occasione irripetibile per il nostro Paese. Mattarella ha dato l’incarico a una figura di altissimo prestigio e di grande esperienza internazionale. Chiedendogli di cercare un consenso in Parlamento al di fuori di maggioranze precostituite. In sostanza un governo di salute pubblica, alla luce dell’impossibilità e dell’incapacità delle forze politiche di fare sintesi. Sono state evidenti le responsabilità di Renzi nel fallimento di dar vita a un ulteriore governo Conte. I problemi c’erano ma erano risolvibili. Va però anche sottolineato che se Italia Viva ha potuto far saltare il tavolo, è perché l’alleanza politica era divenuta sempre più fragile e il governo si stava avvitando su se stesso. Detto ciò bisogna guardare avanti e la scelta di Mattarella è adeguata non solo per rilanciare il Paese, bensì per ridare fiducia ai gruppi politici che siedono in Parlamento. Il Pd sosterrà il governo Draghi con le proprie idee fondate sui valori ispirati all’europeismo, alla solidarietà, alla coesione".

Intravede analogie rispetto al 2011?

"La situazione è completamente diversa dal 2011. È diverso il quadro economico/sociale, ma è diversa soprattutto l’Unione Europea. La crisi ha una portata internazionale e l’UE ha finalmente sviluppato una dimensione solidale e di condivisione. Non c’è la troika, per superare la crisi l’Europa non impone vincoli e tagli bensì mette in campo risorse per investimenti e sviluppo. Il Recovery Plan è la più grande opportunità di crescita mai avuta dall’Italia dal dopoguerra. Un’opportunità di fare quel salto nel futuro che aspettiamo da tempo che è anche un impegno nei confronti dei nostri figli. Un’occasione di rigenerazione nel segno anzitutto delle riforme, dell’ambiente, della digitalizzazione e dell’istruzione".

Quali sono le sue previsioni in ottica sondaggi?

"Non mi preoccupano i sondaggi ma è chiaro che il governo e la maggioranza si misureranno sulle scelte che faranno e perciò sulle risposte che saranno in grado di dare ai cittadini. Il Pd porterà in dote il proprio patrimonio di idee fondato su europeismo, solidarietà, coesione sociale, equità fiscale. Metteremo alla prova la Lega per capire se siamo di fronte a una vera e propria svolta europeista, che significherebbe chiudere con il sovranismo, con Orban e soci, chiudere con la cultura dell’odio e dell’intolleranza. E vorrebbe dire mettere le basi per costruire in Italia un centro-destra come la Cdu tedesca e in tante altre parti d’Europa. In tal caso sarebbe una bella notizia per il Paese. Al contrario se siamo davanti a un’operazione esclusivamente trasformista, pura tattica, allora il governo avrà vita breve. Ma al momento del voto gli elettori non si farebbero prendere in giro da Salvini. Quel che è certo è che il Pd resterà coerente ai propri principi e alle proprie idee. Come abbiamo fatto fino ad oggi".

Sezione: Esclusive / Data: Gio 11 febbraio 2021 alle 15:30
Autore: Luca Cavallero
vedi letture
Print