Riguardo all'attuazione del nuovo Dpcm e alle conseguenti restrizioni, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Elena Paolizzi, esponente veneta quota Articolo Uno. 

Come giudica il nuovo Dpcm? 
 

"Era necessario andare verso nuove restrizioni per evitare la chiusura totale.
Il nuovo DPCM non fa altro che prendere atto della nuova ondata pandemica che, se lasciata andare, provocherebbe danni enormi alla salute pubblica.
Quello che cambia indubbiamente è una diversa distribuzione delle responsabilità che coinvolge questa volta in modo qualificante gli Enti Locali. 
Ritengo che questo sia un passo avanti. 
Sostanzialmente si chiede alle comunità locali di prendere le decisioni sulla base delle situazioni territoriali e sulla capacità che i cittadini esprimono di rispettare le regole".

Qual era l'obiettivo di partenza rispetto al rapporto con gli Enti Locali? 



"Dare agli Enti Locali la possibilità di prendere decisioni è la base della vera autonomia territoriale che opera anche in funzione delle peculiarità delle zone. Pensiamo ai tanti piccoli comuni che per lo più riescono a gestire gli assembramenti in cui è sufficiente decretare regole di buon senso e vigilare su zone molto ristrette o alle zone periferiche delle città che non temono la movida rispetto alle piazze dei centri cittadini che richiamano costantemente gruppi di persone".

Alcune delle polemiche iniziali riguardavano anche la scuola...

"Si è parlato tanto di scuola ma senza pensare seriamente all’impatto dei mezzi di trasporto che in realtà stanno oggi provocando molti problemi. Non voglio parlare con il “senno di poi” ma programmare una strategia dei trasporti sarebbe stato un importante elemento preventivo. 
Anche questo però ha senso solo se gestito dagli Enti Locali che conoscono le necessità dei loro territori e possono organizzare i mezzi pubblici urbani e interurbani in modo sicuro e soprattutto aderente ai bisogni. Anche in questo caso territori poco urbanizzati, fatti di piccole comunità, in cui gli studenti e i lavoratori si muovono per chilometri, hanno esigenze diverse rispetto alle zone ad alta densità, dove la mancata programmazione impatta sul traffico cittadino, ed esempio con il trasporto privato dei bambini verso le scuole".

La figura del sindaco è eccessivamente investita di poteri? Alcuni di loro hanno lamentato tale criticità...

"Certamente si sente la mancanza di un Ente intermedio forte, che prima della riforma Del Rio, era la Provincia, ambito territoriale che poteva essere la zona ottimale per la programmazione di alcuni interventi come ad esempio i trasporti, che poteva coordinare zone omogenee.
Credo insomma che in una prima fase, in cui nessuno conosceva nulla del virus e non si sapeva come affrontare l’emergenza, era necessario assumere decisioni che permettessero di prendere tempo per organizzare le risposte urgenti; oggi abbiamo maggiore consapevolezza ed è giusto contestualizzare il più possibile gli interventi. 
D’altra parte il sindaco è ancor oggi il primo responsabile della salute della propria comunità e i governi regionali e statali debbono essere a loro supporto per rispondere alle richieste dei cittadini".

Sezione: Esclusive / Data: Mar 20 ottobre 2020 alle 21:00
Autore: Luca Cavallero
vedi letture
Print