Tra le forze politiche più critiche nei confronti dell'operato del Governo Conte nella gestione dell'emergenza Coronavirus figura la Lega. Sul versante europeo, il partito di Matteo Salvini si è manifestato avverso tanto al Recovery Fund, quanto al Mes, soprattutto all'insegna di ingenti perplessità in merito alle tempistiche di ripartizione dei fondi.

Riguardo a tali questioni, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Alessandro Panza, eurodeputato del Carroccio.

Come commenta l'accordo sul Recovery Fund?

"Per il momento, mi sembra un compromesso che non accontenta nessuno: di fatto si tratta di ulteriore debito, finanziato con Bond garantiti e l’imposizione di nuove tasse. Se si pensa che il costo dell’ulteriore pressione fiscale non gravi sui consumatori, vuol dire non avere compreso appieno le conseguenze di questa decisione. Come ho dichiarato in aula al Parlamento Europeo, sono preoccupato dai tempi: se la Commissione sarà in grado di mettere tutti d'accordo, olandesi in primis, gli effetti si vedranno non prima del 2021, mentre gli italiani hanno bisogno di sostegno subito. E le affermazioni del vice presidente della Commissione Dombrovskis, che ha parlato di risorse disponibili ‘dopo il raggiungimento di obiettivi’, hanno svelato la fregatura: prima bisogna fare le ‘riforme’ che decidono a Bruxelles, poi forse l’Italia vedrà i fondi. Per l’Italia non riesco a vedere vantaggi, ho la sensazione che alla fine ci faremo prestare i nostri soldi, su cui pagheremo direttamente o indirettamente interessi, in più saremo controllati dalla Troika".

Italia Viva vi ha fornito un “assist” implicito sulla vicenda Open Arms: potreste valutare, in prospettiva, di far parte di un’ipotetica medesima maggioranza?

"I deputati renziani non hanno fatto altro che leggere le carte, dalle quali emerge senza alcun dubbio la chiara scelta politica di Matteo Salvini e di tutto il governo, che è sempre stato coinvolto e informato, a partire dallo stesso presidente del Consiglio Conte, che è primo responsabile delle scelte del proprio esecutivo. Per noi, l’unico governo possibile, dopo aver dato finalmente la parola ai cittadini, è quello di centrodestra con Matteo Salvini premier, che abbia come priorità la riduzione delle tasse, l’abbattimento della burocrazia e la riforma della giustizia".

Come giudica il clima creatosi intorno all’amministrazione Fontana della Lombardia? Ritiene che si celino finalità politiche?

"In Italia siamo 60 milioni di persone, di cui un sesto solo in Lombardia. Non oso nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se questa bomba sanitaria fosse esplosa in Regioni dove la sanità non è efficiente come quella lombarda o, peggio, dove è commissariata da anni. Come spesso accade, purtroppo, qualcuno ovviamente cerca di approfittare delle situazioni, e gli attacchi strumentali alla Regione Lombardia vanno proprio in questa direzione. Non sarà né il primo né l'ultimo tentativo, da parte della sinistra, di puntare al potere a suon di inchieste".

In quali termini le vicende processuali di Matteo Salvini potrebbero condizionare i vostri sondaggi?

"La gente vuole tornare a credere in una giustizia equa, rapida e funzionale, oggi purtroppo è lenta, politicizzata e molto discrezionale. Per fare un esempio legato all’attualità, le rivelazioni dei giornali di chat in cui i magistrati parlano di attaccare Salvini sono sconcertanti. Ieri accadeva con Berlusconi, oggi accade con Salvini: alcuni giudici applicano metodi diversi, ma hanno gli stessi obiettivi: di sicuro, all’elettorato moderato e riformista, di destra come di sinistra, questo modus operandi non piace. Sui sondaggi non mi esprimo, preferisco aspettare i voti veri".

Fronte Piemonte invece? Giunta Cirio promossa a pieni voti?

"Prendere in mano una Regione in cui la sinistra per cinque anni ha usato la sanità come un bancomat per rientrare delle avventure speculative del passato non ha certo aiutato; ciò nonostante, credo che la giunta Cirio abbia dato risposte concrete ai cittadini sia sotto il profilo sanitario sia sotto quello economico, basti pensare agli 800 milioni di euro del decreto ‘Riparti Piemonte’, che sono arrivati alle aziende molto prima dei soldi promessi da Conte".

Quali saranno le partite decisive da qui a pochi mesi? Ora più che mai l’emergenza economica sta prendendo sempre più piedi a discapito di quella sanitaria...

"Le parole d’ordine devono essere più liquidità, meno burocrazia e meno tasse: più liquidità alle imprese, così che possano ripartire le attività produttive e contribuire alla crescita del Pil nazionale; meno burocrazia, lasciamo concentrare gli imprenditori su ciò che sanno fare, non riempiamoli di scartoffie e cavilli, piuttosto aiutiamoli e supportiamoli nel loro lavoro. Meno tasse, lo Stato non può pensare di tassare a chi non ha potuto lavorare perché non gli è stato permesso, significherebbe assestare un colpo letale. Un governo serio e competente dovrebbe dire: “cari imprenditori, con le tasse 2020 siamo a posto così. Ne parliamo l’anno prossimo”. A Palazzo Chigi, tuttavia, ora c’è Conte. E le sue dichiarazioni, purtroppo, sono ben diverse".

Sezione: Esclusive / Data: Lun 01 giugno 2020 alle 10:30
Autore: Luca Cavallero
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