L'attualità politica, la posizione del Partito Democratico all'insegna di un nuovo sostegno al Governo Conte (seppur contraddistinto da un differente indirizzo) e la vicenda Mittal.

Per un quadro più ponderato della situazione, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Gianluca Benamati, deputato Pd.

Partiamo subito dalla vicenda Mittal: quali sono le sue conclusioni, alla luce dei recenti sviluppi.

"Rispetto alla riunione di ieri ho cercato di comprendere meglio l'andamento e trarre un determinato tipo di conclusione. Il Covid è un problema di tutta l'industria italiana ed europea: le sue conseguenze le conosciamo molto bene. Tuttavia non può essere una scusa o una ragione per venir meno ai propri impegni: modificare il piano industriale, come si sta facendo, unilateralmente è qualcosa che lascia perplessi per il futuro. Questo non solo in termini di esuberi - si aggiungono ulteriori migliaia di lavoratori - ma anche nel merito degli investimenti sul processo e sull'ambientalizzazione, che viene ritardata. C'è poi un tema legato alla capacità dell'impianto, che viene drasticamente diminuita. Bisogna fare chiarezza sugli investimenti in termini ambientali e su quelli legati alle manutenzioni. Concordo con Gualtieri: bisogna fare chiarezza. Lo Stato ha spazi di manovra diversi rispetto al pre-Covid: si può intervenire, anche finanziariamente, in maniera incisiva rispetto al passato. Taranto costituisce un asset importante per la siderurgia italiana ed europea. E' uno degli impianti più nuovi ed efficienti in Europa, su cui si sono spesi soldi importanti. Bisogna fare chiarezza con l'azienda, che deve esplicitare i suoi interessi e le sue intenzioni. Lasciare perdere Taranto in un percorso di lenta agonia non è nè nell'interesse della città, nè in quello del paese".

Sul versante politico, lunedì ha avuto luogo una direzione Pd in cui Zingaretti pare aver delineato un percorso ben specifico: sì al sostegno a Conte, ma con maggiore incisione sulle politiche governative. Linea dettata dai sondaggi, che potrebbero avervi penalizzato proprio a vantaggio del premier?

"Beh, sui sondaggi la spiegazione è molto semplice: il Pd è un punto di equilibrio fondamentale per la coalizione a sostegno di questo esecutivo: per questo motivo ne usciamo penalizzati. La realtà dei fatti è che stiamo vivendo, a causa della pandemia, una situazione drammatica: quello che ci chiedono gli italiani sono risposte politiche concrete, che abbiano una prospettiva. Le richieste di Zingaretti non sono finalizzate a porre bandierine su un tema piuttosto che un altro, bensì a remare tutti quanti compattamente verso un'unica direzione".

Sugli Stati Generali dell'Economia, invocati singolarmente dal premier Conte, come vi ponete? Qualche anima del Pd non pare averli accolti tanto favorevolmente...

"Bene la convocazione degli stati generali: sono funzionali a tracciare un percorso di mediazione, che possa portare all'elaborazione di una proposta concreta e definita. Positivo che Conte ascolti le istanze del tessuto produttivo, sociale e dell'impresa. Se sono funzionali a tutto ciò, massima apertura".

A proposito di prospettive: ad oggi quanto è concreta l'ipotesi di convergenza in una medesima alleanza permanente, tra voi e 5 Stelle?

"Lei parla con uno dei più arditi sostenitori della nascita di questo esecutivo: sappiamo bene tutti quale sarebbe stato il rischio altrimenti. Questo governo ha saputo gestire in maniera adeguata l'emergenza sanitaria, tanto che siamo stati presi come modello dall'Oms e da diversi paesi del mondo: abbiamo visto che cosa è successo in altri stati, in cui sono state adottate altre linee. Venendo al concreto ad oggi, alla luce di tutto questo, rivendico di essere stato tra i primi sostenitori di questa alleanza, ma ovviamente negli orizzonti di questa legislatura.

Sezione: Esclusive / Data: Mer 10 giugno 2020 alle 09:30
Autore: Luca Cavallero
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