Mirco Dinamo Rufilli, consigliere comunale con delega alla promozione della fiorentinità e tradizioni popolari, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di PoliticaNews.it.

Che giudizio dà alle azioni del governo Conte?

“Credo che nella fase iniziale dell’emergenza sia stato molto prudente e abbia dato risposte precise, prendendo decisioni importanti con coraggio e determinazione, utili in quel momento a tutelare i cittadini, per questo lo valuto molto positivamente. Nelle ultime settimane, nonostante l’impegno concreto e visibile, credo che in alcune sue parti abbia mancato di un po’ di coraggio e concretezza, soprattutto su scuola, protocolli certi per la ripartenza e sul sostegno ai Comuni, che sono quelli più vicini ai cittadini e che ne conoscono bene le necessità”.

Servizi e commercio rischiano di pagare un prezzo altissimo, in tema di perdita economica e di posti di lavoro…

“Non c’è dubbio. Una crisi come questa, che ha fermato produzione, fabbriche, turismo e tutto quello che produceva carburante per la “nostra” macchina avrà ripercussioni importanti su famiglie, cittadini, lavoratori e anche sulle casse dei comuni che erogano i servizi essenziali. La domanda delle prossime settimane purtroppo non sarà “se tagliare o no”, ma “cosa” tagliare e qui il governo sarebbe dovuto intervenire con più forza. Il lavoro paga un prezzo altissimo, precarietà e contratti che non davano certezze e tutele erano già temi caldi, che oggi, con l’emergenza e le aziende a rischio diventeranno disoccupazione. Spero in un grande senso di responsabilità da parte delle aziende, naturalmente di quelle che avranno la possibilità, per cercare di tutelare al massimo i propri posti di lavoro, magari andando ad incidere un po’ sul guadagno ma riuscendo così a pensare ad una ridistribuzione più equa e che sarà fondamentale nei prossimi mesi”.

Come ha giudicato le riaperture differenziate per categorie?

“Credo che riaprire solo in base al codice ATECO e non calcolando la grandezza degli spazi sia stato penalizzante, soprattutto perché ha generato confusione sulle misure da adottare per la riapertura. Penso per esempio agli spazi culturali dove una sala concerti da 1000 posti non doveva essere paragonata ad una da 100, o alla ristorazione, ci sono locali di poche decine di metri o di centinaia di metri. Differenziare le riaperture e quindi le necessità anche in base a questo, avrebbe potuto differenziare anche gli interventi di sostegno che sarebbero potuti essere più mirati”.

Che scenario abbiamo davanti per i prossimi mesi?

Uno scenario serio, importante, dovremmo porre attenzione ai più fragili che purtroppo aumenteranno. In onore della solidarietà che abbiamo vissuto nel periodo di chiusura totale grazie alla tanta cittadinanza attività che si è messa a servizio di chi aveva più bisogno, dobbiamo mettere in campo tutte le azioni possibili per ristringere la forbice tra ricchezza e povertà. Proseguiamo sulla strada della solidarietà anche adesso che i tempi si stanno “normalizzando” per molti, ma ricordiamoci non per tutti. E se penso a Firenze credo che nonostante la tragicità del momento, questa possa essere l’occasione per provare a dare risposte a temi a cui non era facile rispondere fino ad alcuni mesi fa. La vivibilità nel centro storico, l’utilizzo dello spazio pubblico e poi il grande tema dell’overtourism nelle città d’arte. Oggi nell’emergenza ne sentiamo la mancanza, ma non dobbiamo scordarci da dove arriviamo e pensare oggi al futuro può aiutarci a governare meglio un fenomeno che altrimenti potrebbe tornare con più forza e cambiarci volto definitivamente”.

Sezione: Esclusive / Data: Gio 18 giugno 2020 alle 12:47 / Fonte: Intervista a cura di Raffaella Bon
Autore: Simone Dinoi
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